‘Ma ancora zone d’ombra, la verità è un’esigenza per la Repubblica’
Redazione ROMA 09 maggio 2021 10:17 NEWS
“Il terrorismo non è riuscito a realizzare l’ambizione di rappresentare una cesura, uno spartiacque nella storia d’Italia. Il disegno cinico — non esente da collegamenti a reti eversive internazionali — di destabilizzare la giovane democrazia è stato isolato e cancellato”.
Negli Anni di Piombo, “è la statura della nostra democrazia, è la Repubblica ad avere prevalso contro l’eversione che aveva nel popolo il proprio nemico”, dice il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in una lunga intervista a Repubblica nel Giorno della Memoria per le vittime del terrorismo e delle stragi. Tuttavia, aggiunge, “ci sono ancora ombre, spazi oscuri, complicità, non pienamente chiarite”, e “l’esigenza di completa verità è molto sentita dai familiari. Ma è anche un’esigenza fondamentale per la Repubblica”.
“Sono stati anni molto sofferti, in cui la tenuta istituzionale e sociale del nostro Paese, è stata messa a dura prova. Oltre quattrocento le vittime in Italia, di cui circa centosessanta per stragi”, sottolinea.
L’origine? “Certamente non dalla contestazione del ’68”, secondo il Presidente della Repubblica, “al contrario. Le stagioni delle lotte sindacali, come quelle delle manifestazioni studentesche, sviluppatesi alla fine degli anni ’60 del Novecento, hanno rappresentato forti stimoli allo sviluppo di modelli di vita ispirati a maggiore giustizia e coesione sociale”.
“Il bersaglio era la giovane democrazia parlamentare, nata con la Costituzione Repubblicana, per approdare a una dittatura, privando gli italiani delle libertà conquistate nella Lotta di Liberazione. Esattamente il contrario di quanto proclamava il terrorismo rosso, quando parlava di Resistenza tradita”. E il terrorismo nero, aggiunge Mattarella, “è stato spesso strumento, più o meno consapevole, di trame oscure, che avevano l’obiettivo politico di rovesciare l’asse politico del Paese interrompendo il percorso democratico”.
Infine, ringrazia il Presidente Macron: “con la sua decisione ha confermato amicizia per l’Italia e manifestato rispetto per la nostra democrazia. Mi auguro che possa avvenire lo stesso per quanti si sono sottratti alla giustizia italiana e vivono la loro latitanza in altri paesi”.