Nell’impianto Itrec della Sogin di Rotondella (Matera)
Redazione ANSA 18 dicembre 201912:49
ROTONDELLA (MATERA) – Maxioperazione per la rimozione del monolite in cemento armato contenente rifiuti radioattivi nell’impianto Itrec della Sogin di Rotondella (Matera). Le operazioni si sono concluse oggi con l’estrazione definitiva della struttura verticale di 130 tonnellate di massa e un volume di 54 metri cubi. Ingegneristica tutta italiana.
L’estrazione è avvenuta in una fossa di 6,5 metri di profondità. Non risultano altri casi nel mondo. Quest’ultima fase consentirà poi la bonifica del sito.
Realizzato alla fine degli anni ’60, il monolite è una struttura verticale di forma prismatica con una massa di circa 130 tonnellate e un volume di 54 metri cubi. Si trova a 6,5 metri di profondità dal piano campagna e al suo interno, suddivisi in quattro pozzi a sezione quadrata, vi sono fusti con rifiuti a media radioattività, inglobati in malta cementizia, derivanti dall’esercizio dell’impianto. “La fase più delicata e difficile – ha spiegato il responsabile della disattivazione impianti, ing. Vincenzo Stigliano, lucano, che proprio ieri ha compiuto 48 anni – è stata quella della separazione nei quattro pozzi”.
Le 64 barre di uranio ad alta attività del sito di Rotondella sono depositate in sicurezza nella piscina, mentre nei pozzi estratti di cui si è ultimata la fase oggi, sono contenuti alcuni elementi a media radioattività. I quattto pozzi rimossi sono stati trasferiti in massima sicurezza in un deposito del sito per il loro stoccaggio temporaneo e per poi essere ritrattati in una fase successiva.
Il dissotterramento è avvenuto alla presenza della stampa posizionata su un palchetto a distanza di circa una cinquantina di metri dal luogo dell’estrazione. Una gru ha estratto quindi l’ultimo pozzo posizionato in modo verticale per poi girarlo orizzontalmente su una struttura per permetterne poi il trasporto. “Una tecnica tutta italiana – ha detto Stigliano – che è un modello per tutto il mondo”.
L’attività che ha portato alla fase finale di oggi è durata 12 anni dalla progettazione alla messa in opera. Il sollevamento e l’estrazione dei singoli pozzi è l’ultima fase dei lavori che consentiranno di procedere alla bonifica e al rilascio dell’area della Fossa 7.1. “Tutte le attività che Sogin svolge – è stato sottolineato – sono autorizzate e vengono vigilate da Autorità ed Enti, locali e nazionali, preposte a sovrintendere e a sorvegliare, ciascuna per la propria competenza, i lavori di smantellamento e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi presenti negli impianti”.