domenica, Dicembre 6, 2020

MiFid II, l’industria del risparmio italiano ha ancora molta strada da fare per quanto riguarda la trasparenza

E’ quanto emerge dalla ricerca di School of Management del Politecnico di Milano-Moneyfarm che ha analizzato la qualità delle informative ex post a consuntivo dell’anno 2018, inviate dai principali intermediari finanziari a milioni di investitori retail italiani.

da del 05/11/2019 11:50

L’Industria del Risparmio Italiano ha ancora molta strada da fare per quanto riguarda la trasparenza nei confronti degli investitori finali.

E’ quanto emerge dalla ricerca di School of Management del Politecnico di Milano-Moneyfarm che ha analizzato la qualità delle informative ex post a consuntivo dell’anno 2018, inviate dai principali intermediari finanziari a milioni di investitori retail italiani: si tratta dei rendiconti annuali su costi e oneri sostenuti effettivamente sui loro investimenti che, quest’anno per la prima volta, la direttiva MiFID II ha imposto all’industria.

La Direttiva MiFID II, applicabile nellUnione europea dal 3 gennaio 2018, nasce con l’obiettivo di definire uno standard virtuoso nella comunicazione dei costi degli investimenti per aiutare il risparmiatore a prendere decisioni di investimento consapevoli.

Ebbene secondo la ricerca, la maggior parte degli intermediari non è riuscita a recepire in toto le indicazioni di ESMA e delle Associazioni di Categoria; molti documenti risultano ancora poco chiari e leggibili. Nessun intermediario si è distinto per tempestività nell’invio dell’informativa ai propri clienti, nonostante la raccomandazione di ESMA fosse quella di provvedere “il prima possibile”.

Solo il 28% dei documenti riporta informazioni focalizzate esclusivamente sui costi, come prescritto dalla normativa; nel 72% dei casi le informazioni sono diluite in rendiconti più lunghi (in media di circa 15 pagine).

Solo il 44% dei rendiconti contiene la parola “costi” o “oneri” nell’intestazione; il 56% di questi non è stato quindi chiamato con il proprio nome. Infine il 94% degli intermediari utilizza termini di non immediata comprensione (come “inducements” o “incentivi”) per comunicare i “pagamenti ricevuti da terze parti”.

La ricerca integrale è disponibile al link www.moneyfarm.com/it/renditiconto

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