Ministero russo: i soldati stanno tornando alle loro guarnigioni. Ma la Nato non nota segni di de-escalation. Borrell: necessario prima ‘verificarlo’. Von der Leyen: Se Mosca taglia le forniture gas siamo pronti.
Redazione MOSCA 16 febbraio 2022 11:55 NEWS
Mosca annuncia la fine delle esercitazioni militari in Crimea dove il dispiegamento di truppe aveva alimentato i timori di un’ invasione dell‘Ucraina e dice di essere “estranea” agli attacchi cibernetici denunciati da Kiev.
Ma la Nato non nota segni chiari di de-escalation, anzi, le truppe russe “sono aumentate” dice il Segretario Generale Jens Stoltenberg a Bruxelles.
“Dobbiamo vedere i fatti oltre alle parole”, dice la Presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che assicura che l’Ue è “pronta ad affrontare un’eventuale crisi energetica” nel caso in cui la Russia tagli le forniture di gas. Scettico Josep Borrell, capo della diplomazia europea: “Se fosse vero sarebbe un segnale di distensione, ma bisogna controllare”.
La Russia ha annunciato la fine delle esercitazioni militari nella Crimea annessa a Mosca, dove il dispiegamento di truppe aveva alimentato i timori di un’invasione dell’Ucraina. I soldati, ha reso noto il Ministero della Difesa in un comunicato, stanno tornando alle loro guarnigioni: la notizia segue un primo ritiro delle truppe russe dai confini dell’Ucraina ieri. “Le unità del distretto militare meridionale, dopo aver completato la loro partecipazione alle esercitazioni tattiche, si stanno spostando verso i loro punti di schieramento permanente”, ha affermato il Ministero della Difesa in un comunicato. Allo stesso tempo, la tv di Stato ha trasmesso le immagini di unità militari che attraversavano un ponte che collega la penisola controllata dalla Russia alla terraferma.
La Nato non ha notato nessun segno chiaro di de-escalation sul terreno, anzi le truppe russe “sono aumentate non diminuite”. Lo ha detto il Segretario Generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg aprendo la ministeriale difesa a Bruxelles. “Stiamo monitorando molto da vicino cosa accade”, ha aggiunto. “Allo stesso tempo registriamo le aperture di Mosca al dialogo diplomatico e siamo pronti in questo senso. Ma stiamo ancora aspettando la reazione della Russia alle nostre risposte scritte inviate il 26 di gennaio”.
Anche il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, ha espresso cautela di fronte all’annuncio del ritiro delle forze russe dalla Crimea, sottolineando che è necessario prima “verificarlo”. Commentando la notizia ai microfoni di radio France Inter, l’Alto Rappresentante Ue per la politica estera ha detto che il ritiro, “se fosse vero, senza dubbio” sarebbe un segnale di distensione. Tuttavia ha aggiunto: “Bisogna sempre controllare”.
“La Russia ha cercato di ignorare l’esistenza dell’Ue mandando il messaggio che ritiene che l’Ue non sia un interlocutore importante per la sicurezza in Europa. Per dividere il fronte europeo il Ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov infatti ha mandato lettere alle 27 capitali, sperando di riceve 27 risposte diverse ma ne ha ricevuta una sola a nome di tutti”.
Così Borrell durante il suo intervento al Parlamento europeo nel dibattito sulla situazione in Ucraina. “Si è detto che l’Europa è stata assente, che solo gli Usa hanno guidato i negoziati, sono critiche ingiuste davanti a tutte le iniziative di dialogo portate avanti dagli Stati membri in pieno coordinamento e in piena trasparenza con il resto dell’Ue”, ha aggiunto Borrell.
“Credo che la diplomazia non ha abbia detto l’ultima parola ma ora dobbiamo vedere i fatti oltre alla parole”. Lo ha detto la Presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen alla plenaria di Strasburgo. “La Nato non ha ancora visto segni chiari di ritiro”. “Abbiamo esaminato tutte le possibili perturbazioni se la Russia sceglie di usare l’energia come leva di pressione e posso dire che per questo inverno siamo al sicuro”, ha aggiunto von der Leyen. “Con gli stati membri abbiamo messo a punto misure di emergenze che possiamo mettere in campo se si arriva a una crisi totale: oltre 200 navi di Gnl sono in arrivo in Europa”, ha detto. “Ma dobbiamo anche investire per liberarci dalla dipendenza dalla Russia per il gas“.
Oggi era il giorno indicato dall’ intelligence Usa come la data del possibile attacco russo contro l‘Ucraina, che il presidente Zelensky ha fatto diventare per decreto ‘Giornata dell’unità nazionale’. Oggi a Bruxelles c’è la riunione dei Ministri della Difesa Nato. Il premier Mario Draghi a Parigi dal presidente Macron. Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio domani a Mosca.
“Nel 2014 l‘Ucraina ha scelto lo Stato Diritto e la Democrazia liberale: l’Ue ha sostenuto questa scelta, e l’Ue non abbandonerà mai il popolo ucraino”. Lo ha detto il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel alla plenaria del parlamento europeo a Strasburgo. “Il Consiglio europeo a dicembre ha fissato un quadro politico chiaro, se ci sarà un’aggressione da parte della Russia la risposta Ue sarà severa e conseguenze massicce”, ha detto Michel, durante il suo intervento al Parlamento Europeo al dibattito sulla relazioni Ue-Russia e la situazione in Ucraina. “Ma dobbiamo essere chiari tra noi perché le conseguenze di questa decisione per l’Ue saranno pesanti, ma dobbiamo assumerci questa responsabilità”, ha aggiunto Michel.
Il Cremlino intanto afferma di non avere nulla a che fare con gli attacchi cibernetici in Ucraina che ieri hanno colpito i siti web del Ministero della Difesa e delle forze armate del Paese e quelli di due banche statali. “Come atteso, l‘Ucraina continua a incolpare la Russia per tutto. La Russia non ha nulla a che fare con gli attacchi cibernetici”, ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. E’ positivo che Biden voglia proseguire i colloqui. Lo ha detto il Cremlino.