Bruxelles approva lo slittamento della privatizzazione chiesta dal governo italiano a fine 2021. Gli impegni sui tagli di filiali e sulle cessioni. Entro settembre il via libera della Bce sul piano. | Mps-Ita, la vendita può attendere | Mps a un passo dall’accordo Ue | Il documento della Commissione
da del 02/08/2022 12:30
di Luca Gualtieri
La Commissione Europea ha approvato, in base alle regole europee sugli aiuti di stato, i nuovi impegni assunti dall’Italia sulla ricapitalizzazione precauzionale di banca Mps. Lo comunica Bruxelles in una nota appena diffusa. L‘Europa in particolare ha dato luce verde alla proroga della nazionalizzazione per completare la ristrutturazione dell’istituto e consentire così la vendita della quota dello Stato e al nuovo schema di impegni rivisto recentemente dalla banca alla luce della proroga. Su questa base la Commissione ha concluso che gli aiuti che l’Italia ha garantito a Mps nel luglio del 2017 “rimangono compatibili con le regole europee sugli aiuti di stato”, spiega la nota.
Gli impegni dell’Italia
Nell’autorizzazione la Ue ricorda che “nel luglio 2022 l’Italia ha chiesto più tempo per conseguire alcuni obiettivi, in particolare per vendere la partecipazione e consentire alla banca di completare alcuni disinvestimenti e continuare il progetto di ristrutturazione attraverso una ulteriore riduzione dell’organico e dei costi oerativi. Per minimizzare possibili distorsioni della concorrenza a causa della proroga – continua la nota – l’Italia ha inoltre proposto alla Commissione una serie di impegni aggiuntivi tra cui cessioni e disinvestimenti aggiuntivi, chiusure di filiali e il mantenimento di limitazioni precise nel business”
L’aumento in arrivo
Il via libera della Commissione Ue alla proroga, insieme a quello della Bce al piano industriale presentato a giugno, è uno dei passaggi autorizzativi indispensabili per arrivare all’aumento di capitale da 2,5 miliardi previsto per l’autunno. Con la crisi di governo, comunque, la strada dell’operazione si fa in salita. L’aumento non può saltare, spiegano autorevoli fonti finanziarie, perché altrimenti dovrebbe scattare un nuovo salvataggio di Stato con conseguenze pesanti come un possibile azzeramento dei bond subordinati; bisognerà tuttavia trovare investitori privati che partecipino alla ricapitalizzazione a fianco del Tesoro con almeno 700-800 milioni. E BofA, Citigroup, Credit Suisse e Mediobanca, ovvero le banche global coordinator dell’operazione, devono firmare un accordo definitivo di garanzia. Finora, ha detto nelle scorse settimane il ceo Luigi Lovaglio, «grazie all’appoggio del Mef ci sentiamo sostenuti su tutta la linea. È importante partire così». A Piazza Affari il titolo Mps flette del 2,83% a 0,4194 euro.