mercoledì, Gennaio 6, 2021

Mps, sale la dote dello Stato per Unicredit……..

Oltre a conversioni delle dta e scudo sul contenzioso, si fa strada l’ipotesi di una maxi pulizia dell’attivo da 14 miliardi. Il progetto, anticipato da MF-Milano Finanza, potrebbe sbloccare la trattativa.

da del 06/01/2021 16:52

di Luca Gualtieri

Per superare le perplessità del vertice di Unicredit, il Tesoro è pronto ad ampliare la dote messa sul piatto per la privatizzazione del Montepaschi. A cavallo del nuovo anno il passo indietro del ceo Jean Pierre Mustier e la diversità di vedute all’interno del Cda di Gae Aulenti (peraltro in scadenza) hanno infatti imposto una battuta d’arresto alla trattativa.

Per superare queste resistenze e imprimere una decisa accelerazione al processo, Roma sarebbe disposta a migliorare le condizioni del deal. Se la trasformazione delle dta in Crediti Fiscali è stata blindata in legge di bilancio (l’effetto dovrebbe essere di 2,4 miliardi), in dicembre si è iniziato a ragionare anche su una garanzia sul contenzioso che potrebbe consistere o in un Fondo Rischi gestito dal Tesoro o in una serie di accordi transattivi con le principali controparti dell‘Istituto senese. Negli ultimi giorni però starebbe prendendo forma anche una nuova maxi pulizia dell’attivo.

Come riportato da MF-Milano Finanza lo scorso 11 dicembre, un’azione decisa sul Portafoglio Crediti di Mps era allo studio degli advisor ( Mediobanca e Oliver Wyman per Mps, Bofa e Orrick per il Tesoro) per un importo compreso fra tre e sei miliardi. Negli ultimi giorni però si starebbe valutando l’opportunità di ampliare la manovra anche agli attivi di Unicredit, per un controvalore nominale complessivo molto vicino ai 14 miliardi. Di approfondimenti in questa direzione scrive oggi lagenzia Reuters.

Dell’iniziativa potrebbe farsi carico Amco, la controllata del Tesoro che in queste settimane sta finalizzando l’acquisto di 8 miliardi di crediti deteriorati dal Montepaschi (progetto Hydra). Proprio Hydra (concepita dall’ex ceo di Mps Marco Morelli con l’ausilio di Lazard) era sembrata al mercato la pulizia finale della banca prima della privatizzazione, ma evidentemente la manovra non è bastata a convincere il vertice di Unicredit che, al momento, rimane tiepido su un matrimonio con Siena.

Se insomma il perimetro della dote è destinato ad allargarsi, difficilmente si arriverà a un accordo prima della nomina del nuovo ceo di Unicredit. Su questo fronte il lavoro dellhead hunter Spencer Stuart è andato avanti senza soste anche nel periodo natalizio, ma la nomina del successore di Mustier non sembra ancora imminente e c’è chi ritiene che non arriverà almeno sino a metà gennaio. Nomi? Negli ultimi giorni la rosa dei candidati si sarebbe ristretta, facendo salire il consenso intorno a Fabio Gallia ( Fincantieri).

Intanto la Borsa resta positiva su un deal tra Unicredit e Mps, che proprio oggi a piazza Affari stanno guadagnando rispettivamente il 6,15% (a 7,96 euro) e il 4% (a 1,14 euro).

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