La Commissione presieduta da Carla Ruoco ha audito a porte chiuse Giuseppe Bivona (Bluebell Partners), che ha evidenziato come negli ultimi dieci anni siano state dimezzate le filiali in “assenza di una chiara visione industriale”, che ha portato il rapporto costi/ricavi dal 63,6% al 70%. La Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi ha chiesto l’aiuto dei Ros.
da del 29/11/2021 13:55
di Elena Dal Maso
Dopo aver mancato il matrimonio con Unicredit, Mps per ora torna a camminare sulle proprie gambe sapendo che deve affrontare una ristrutturazione interna e che la Bce è favorevole alla combinazione con un Istituto di Credito più solido. Il titolo cede oggi l‘1,34% a 0,84 euro scendendo sotto il miliardo di capitalizzazione (838 milioni) dopo aver bruciato il 28% del valore nel corso dell’ultimo anno.
Intanto le acque attorno all’Istituto senese tornano a muoversi. Non solo sul caso di David Rossi, ex capo della comunicazione della banca deceduto nel 2013, ma anche sulla situazione patrimoniale del Monte, costretto a plurimi aumenti di capitale nel corso degli ultimi dieci anni. La settimana scorsa è infatti stato sentito a porte chiuse Giuseppe Bivona, co-fondatore di Bluebell Partners e azionista del gruppo, da parte della Commissione Parlamentare di Inchiesta sul Sistema Bancario e Finanziario presieduta da Carla Ruocco.
L’audizione è stata secretata ma milanofinanza.it ha potuto leggere il documento presentato da Bivona ai parlamentari. Un lunghissimo testo in cui il banchiere mette indietro gli orologi di dieci anni fino a tornare al novembre 2011. L‘Europa era stata raggiunta dalla tempesta finanziaria che si era abbattuta sugli Stati Uniti nel 2008 con la crisi del sub-prime ed aveva spinto Lehman Brothers al fallimento. A novembre 2011, lo spread Btp-Bund ha toccato i massimi a 575 punti base con il rendimento del governativo italiano a 10 anni che aveva toccato il 7,5% a fine anno.
Allora, “con i mercati interbancari ed il capital market sostanzialmente chiusi, la banca si trova in piena crisi di liquidità e si vede costretta a ricorrere ad un prestito emergenziale in Banca Centrale Europea per il tramite della Banca d’Italia (la circostanza diviene nota solo nel 2013)”, scrive Bivona. A dicembre 2011 vengono annunciati gli esiti degli stress-test dell‘Eba. Per Mps emerge l’esigenza di rafforzare il patrimonio entro giugno 2012 di 3,267 miliardi di euro. Il 2011 si chiude con una perdita per 4,685,3 miliardi. “Le Autorità preposte hanno ben chiaro che la Banca, a corto di liquidità e di capitale, è sull’orlo del baratro (rectius: è tecnicamente fallita), con un deficit patrimoniale stimabile ora per allora in non meno di 20 miliardi di euro”.
È in questo contesto “che matura quella singola la decisione (la madre di tutte le decisioni successive) che influenzerà poi tutto il corso degli eventi da fine 2011 ad oggi: viene deciso che lo stato di decozione di Mps deve essere tenuto nascosto. Anzi, che deve essere tenuto nascosto a qualunque costo”, è riportato nel documento.
Vengono nominati i nuovi manager, Alessandro Profumo, professionista “di enorme esperienza nel settore bancario e all’epoca ancora apprezzato dal mercato”. E’ lui stesso a raccontare di aver suggerito di “nominare come amministratore delegato Viola”, che si insedia a gennaio 2012 con la qualifica di Direttore Generale.
Dal 2012 ad oggi, “mentre si succedevano cinque presidenti (Profumo, Tononi, Falciai, Bariatti, Grieco) e tre Amministratori Delegati (Viola, Morelli, Bastianini), la Banca non è mai stata risanata (a meno di rafforzare il patrimonio con danari pubblici e privati raccolti con bilanci falsi e rappresentazioni né corrette né veritiere date al Parlamento ed alla Commissione Europea)”. In questi ultimi dieci anni, Mps “si è solo limitata ad adottare una politica indiscriminata di riduzione dei costi (dal 31 dicembre 2011 ad oggi ha ridotto le filiali da 2.915 a 1.418 e tagliato l’organico da 31.170 a 21.297 unità)“, scrive Bivona. In assenza di “una chiara visione industriale (e dei necessari investimenti a sostegno), i ricavi persi sono risultati maggiori dei costi tagliati con il risultato che nel periodo di riferimento il rapporto costi/ricavi è salito da 63,6% al 70%”.
Rispetto al 2011, il Monte è diventato “redditualmente meno efficiente, ha minore forza commerciale e non sostanzialmente più fabbriche prodotto (gestione del risparmio, business assicurativo, credito al consumo). La posizione competitiva della Banca si è dunque indebolita riducendone l’appetibilità per possibili aggregazioni, esattamente come l’esito dell’operazione Unicredit ha dimostrato (ottobre 2021)”, spiega Bivona nelle note finali.
Intanto le indagini sulla morte di David Rossi, ex capo della comunicazione della banca deceduto nel 2013, imboccano una nuova strada. Dopo che la Magistratura ha chiuso gli accertamenti stabilendo che si trattò di un suicidio, è la Commissione Parlamentare di Inchiesta sulla morte di David Rossi a muoversi. Nei giorni scorsi ha affidato una maxiperizia ai Carabinieri di Ros e Racis per effettuare una serie di accertamenti tecnici che prevedono anche l’utilizzo di un manichino e strumentazione di ingegneria aerospaziale per riprodurre le esatte fasi della caduta.
È quanto annunciato dal Presidente della Commissione, Pierantonio Zanettin, nel corso di una Conferenza Stampa a cui hanno preso parte il capo del Ros, Pasquale Angelosanto e del Racis, Riccardo Sciuto. In totale sono 49 i quesiti che la Commissione ha affidato ai reparti speciali. Le attività peritali dovrebbero concludersi entro tre/sei mesi. Rossi, capo della comunicazione di Mps, morì dopo essere precipitato dal suo ufficio a Siena nel 2013.
La Commissione ha concordato di affidare al Reparto Investigazioni Scientifiche di Roma del Racis, anche grazie al supporto tecnico del Dipartimento d’Ingegneria Meccanica e Aerospaziale dell’Università La Sapienza di Roma, la ricostruzione, mediante l’impiego di un manichino antropomorfo virtuale, nonché l’esecuzione, anche attraverso l’analisi dei video disponibili, di una serie di accertamenti riguardanti la sua morte.
La Commissione sta proseguendo le sue udienze di ascolto di varie persone che in modo hanno avuto a che fare con la tragica vicenda, investigatori, amministratori, magistrati, appartenenti alle forze dell’ordine. Il 18 novembre, in forma secretata sarebbe stato sentito dalla Commissione anche Matteo Bonaccorsi, il giovane che nel programma Le Iene si era presentato come un escort omosessuale con importanti rivelazioni da fare.