Il Premier e il Ministro in volo verso la Libia per la liberazione dei 18 membri dei due equipaggi di Mazara sequestrati, con i loro due pescherecci, da oltre 100 giorni
da CRONACHE
Il Premier Giuseppe Conte e il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio sono in volo verso Bengasi per la liberazione dei 18 pescatori dei due equipaggi di Mazara del Vallo sequestrati, con i loro due pescherecci, da oltre 100 giorni in Libia. «Ci arrivano telefonate che ci confermano l’imminente liberazione. Aspettiamo la conferma a momenti» fa sapere il Sindaco di Mazara, Salvatore Quinci. «Siamo davvero felici».
I due pescherecci italiani, l’«Antartide» e il «Medinea», si trovano sulla banchina principale della zona militare del porto di Bengasi dopo il sequestro da parte delle motovedette di Haftar la notte tra l’uno e due settembre. I 18 membri dell’equipaggio (8 italiani, 6 tunisini, 2 indonesiani e 2 senegalesi) si trovano invece chiusi nella palazzina di quattro piani della Marina, a circa 500 metri dalle due imbarcazioni.
Proprio la missione in Libia avrebbe portato il Premier a posticipare il vertice con la delegazione dei renziani di Italia viva, inizialmente in programma per questa mattina alle 9 e poi posticipato alle 19 di questa sera.
I 18 marittimi di Mazara erano caduti nelle mani delle milizie di Haftar all’inizio di settembre mentre si trovavano a circa 80 miglia dalla costa di Bengasi.
Proprio il fatto che la cattura era stata effettuata non dal governo di Tripoli di Serraj – riconosciuto dall’Italia come legittimo – aveva fino a oggi complicato la trattativa per liberare gli ostaggi.
I pescatori avrebbero dovuto comparire proprio in questi giorni davanti a un tribunale militare perché accusati di traffico di stupefacenti, un’accusa ritenuta però del tutto infondata.
I libici non hanno mai fatto mistero infatti che la cattura dei due pescherecci fosse un atto ritorsivo contro l’arresto e la condanna da parte dell’Italia di alcuni scafisti di Bengasi. Questi sono stati condannati a Catania (già in secondo grado) a oltre vent’anni di carcere per traffico di migranti.
Bengasi sostiene che i condannati non fossero però scafisti ma calciatori sbarcati in Italia in cerca di fortuna nel mondo del pallone e ne avevano sollecitato la scarcerazione Facendo ventilare – in cambio – la liberazione dei pescatori.
17 dicembre 2020 (modifica il 17 dicembre 2020 | 11:02)