Fondi ai piccoli comuni, alle Regioni per l’acquisto di nuovi bus, alle Province per la manutenzione della rete viaria e delle scuole superiori. Dalla Conferenza unificata e dalla Stato-Città piovono quasi due miliardi di euro di contributi sbloccati per gli enti locali.
Pagina a cura di Francesco Cerisano
da del 22/05/2020
Fondi ai piccoli comuni, alle regioni per l’acquisto di nuovi bus, alle province per la manutenzione della rete viaria e delle scuole superiori. Dalla Conferenza unificata e dalla Stato-città piovono quasi due miliardi di euro di contributi sbloccati per gli enti locali.
I mini-enti possono festeggiare per l’arrivo dei 160 milioni della legge Realacci che serviranno ai piccoli comuni per fronteggiare l’emergenza economica e sanitaria causata dal Covid 19.
Ma a gioire sono soprattutto le province e le città metropolitane che incasseranno in totale 1,3 miliardi di euro per strade e scuole: 455milioni di euro per programmi straordinari di manutenzione della rete viaria e 855 milioni per gli investimenti nelle scuole superiori.
Per le regioni, invece, arriva la buona notizia dell’intesa in Unificata sul decreto Mit che prevede l’erogazione dal 2018 al 2033 di 380 milioni da destinare all’acquisto di autobus del trasporto pubblico locale e regionale.
Fondi alle province per strade e scuole
La Stato-città di ieri ha approvato il decreto che rende disponibili a province e città metropolitane delle regioni a statuto ordinario e delle regioni Sardegna e Sicilia, circa 455milioni di euro per programmi straordinari di manutenzione della rete viaria, da utilizzarsi dal 2019 al 2033. Entro giugno verrà erogato il 50% delle risorse in acconto, reperite nel bilancio del Mit sul Fondo Investimenti 2019. L’intesa, frutto dell’accordo tra governo, Anci e Upi, attribuirà le risorse sulla base della consistenza della rete viaria, del tasso di incidentalità e della vulnerabilità del territorio rispetto al dissesto idrogeologico. La città metropolitana di Roma potrà beneficiare di una somma aggiuntiva di 4 milioni di euro da ripartirsi nelle annualità dal 2020 al 2023.
855 mln per investimenti scuole superiori
Alle province e alle città metropolitane arriveranno risorse che consentiranno di investire in cinque anni sulla manutenzione straordinaria e l’incremento di efficienza energetica delle 7.400 scuole superiori.
Si tratta di risorse, previste dalla legge di bilancio 2020, sul cui trasferimento agli enti intermedi il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, e il presidente dell’Upi Michele de Pascale, hanno ricevuto rassicurazioni in Conferenza stato-città dal sottosegretario al ministero dell’interno Achille Variati, dopo l’ok della viceministra all’istruzione Anna Ascani. «In queste settimane», hanno detto Decaro e de Pascale, «grazie a un percorso positivo di collaborazione intrapreso con il ministero dell’istruzione, siamo riusciti a recuperare un ritardo iniziale e oggi con l’intesa sul dpcm che stabilisce i criteri e le modalità di riparto dei fondi, abbiamo avuto l’impegno del governo a emanare il decreto interministeriale con il riparto delle risorse per le prime 5 annualità, dal 2020 al 2024, per un ammontare complessivo di 855 milioni nei prossimi giorni».
«L’obiettivo di province e città metropolitane», hanno concluso Decaro e de Pascale, «è di riuscire ad effettuare gli interventi di manutenzione e messa in sicurezza delle scuole prima dell’inizio dell’anno scolastico. Una sfida complessa, ma essenziale per preparare le scuole superiori al meglio al rientro dei 2 milioni e 500 mila studenti all’avvio del nuovo anno scolastico».
Dal Mit 380 milioni di euro alle regioni per acquisto nuovi bus
L’intesa in Unificata sul decreto ministeriale, proposto dalla ministra Paola De Micheli, prevede l’erogazione, dal 2018 al 2033, di risorse complessive per 380 milioni di euro da destinare all’acquisto di autobus del trasporto pubblico locale e regionale, a valere sul Fondo Investimento 2018 e 2019. Si tratta di risorse immediatamente disponibili per 170 milioni da utilizzarsi entro il 2021 e di altri 130 milioni da utilizzarsi entro il 2025. Il decreto stabilisce una riserva pari al 10% delle risorse complessive da destinare alle regioni del sisma (Marche, Umbria, Abbruzzo e Lazio) e una riserva pari alla quota del 5% delle risorse complessive per le regioni «a domanda debole» (Basilicata, Molise e Sardegna).
Le regioni non dovranno stipulare alcuna Convenzione con il Mit e potranno procedere all’acquisto dei bus senza obbligo di cofinanziamento e scegliendo la tipologia di alimentazione che riterranno più opportuna, fatto salvo che si tratti di mezzi con emissione nei gas di scarico di classe più recente. Trattandosi di nuove forniture, i bus dovranno essere tecnologicamente all’avanguardia ed è previsto che siano corredati da idonee attrezzature per l’accesso ed il trasporto di persone a mobilità ridotta, conta-passeggeri, dispositivi per la localizzazione e predisposizione per la validazione elettronica. Le spese potranno riguardare anche l’allestimento di protezioni e predisposizioni utili a contrastare l’epidemia Covid 19. Inoltre, i nuovi bus consentiranno alle aziende del tpl di poter rispettare i criteri di sicurezza adottati in seguito al Covid19. Per le stesse finalità anche il dl Rilancio ha autorizzato l’acquisito di autobus tramite la convenzione Consip al fine di consentire un utilizzo più rapido delle risorse.
Fondi ai piccoli comuni dalla legge Realacci
L’Anci festeggia lo sblocco dei 160 milioni attribuiti ai comuni dalla legge Realacci. L’annuncio dell’ok in Conferenza stato-città è arrivato dal presidente Antonio Decaro e dal vicepresidente vicario Roberto Pella. «Si tratta di un fondo che soprattutto in questo periodo emergenziale, darebbe un aiuto concreto a chi più soffre la crisi e ha meno mezzi per farvi fronte», ha osservato Pella. «Gli amministratori comunali degli enti, dal più piccolo al più grande, hanno bisogno di sostegno per far fronte all’emergenza che si è abbattuta su tutti noi. Proprio come un’impresa, un comune ha un bilancio che si compone di entrate e uscite. E innegabilmente, con il lockdown, le nostre entrate hanno subito una contrazione rilevante. È quindi tanto più importante che tutte le misure finanziarie, anche quelle precedenti all’emergenza, siano disponibili rapidamente e spendibili con iter snelli e veloci».
Fondi dalla Funzione pubblica per rafforzare la capacità amministrativa dei piccoli comuni
Ai piccoli comuni andranno anche 42 milioni per il rafforzamento della capacità amministrativa. Si tratta di risorse stanziate nell’ambito della strategia programmatica definita dal Pon «Governance e Capacità Istituzionale» 2014-2020 (Fse e Fesr), che il dipartimento della funzione pubblica ha stanziato per interventi a sostegno proprio dei mini-enti già gravati da carenze finanziarie e di organico che si sono ulteriormente accentuate a causa del Covid-19.
Le risorse potranno essere utilizzate per:
– potenziare la qualità dei servizi rivolti a cittadini e imprese, attraverso la riorganizzazione in chiave digitale;
– gestione del personale e organizzazione delle strutture amministrative, con focus sulle materie del bilancio, della contabilità, della gestione personale e della riscossione dei tributi anche attraverso l’utilizzo di nuove piattaforme digitali (ad esempio adesione alla piattaforma PagoPA);
– potenziamento dello smart working;
– sviluppo delle competenze, dei modelli e dei format per gli acquisti e gli appalti pubblici,
– sviluppo di modelli di gestione delle politiche territoriali per il miglioramento dell’efficienza organizzativa e dei processi amministrativi.
Per partecipare, le amministrazioni potranno inviare la propria adesione rispondendo, in forma singola o aggregata, all’avviso per la manifestazione di interesse pubblicato dal Dipartimento della funzione pubblica sul proprio sito istituzionale, che resterà aperto fino a settembre 2022.
A seguito della periodica valutazione di ammissibilità delle domande di partecipazione inviate, i comuni accederanno alla seconda fase dell’iniziativa, che prevede il supporto nella progettazione del proprio Piano di intervento a partire dai fabbisogni espressi e dai conseguenti ambiti di attività previsti. Le attività previste dai Piani di intervento verranno realizzate da uno o più centri di competenza nazionali individuati, che provvederanno a rendicontare al Dipartimento della funzione pubblica le attività realizzate. Le attività dovranno terminare entro e non oltre il 30 giugno 2023.