La sindaca di Roma Virginia Raggi è stata assolta in appello per il processo sulla nomina di Renato Marra. La procuratrice generale D’Ortona aveva chiesto 10 mesi di reclusione. Il Tribunale ha assolto la prima cittadina perché “il fatto non costituisce reato”
da ATTUALITÀ 19 DICEMBRE 2020 13:45
di Redazione Roma
La sindaca di Roma Virginia Raggi è stata assolta in appello perché il fatto non costruisce reato. La procuratrice generale Emma D’Ortona, questa mattina, durante l’arringa finale, aveva chiesto 10 mesi di reclusione per la nomina di Renato Marra. L’accusa di falso era relativa ad alcune dichiarazioni rilasciate all’Anac sulla nomina di Marra a capo capo dell’Ufficio direzione turismo. In primo grado la prima cittadina di Roma era già stata assolta, la Procura aveva fatto appello e oggi la Corte ha ribadito l’assoluzione.
Di cosa era accusata Virginia Raggi
La vicenda giudiziaria era legata alla nomina di Renato Marra, fratello dell’ex braccio destro della sindaca, Raffaele, a capo della direzione Turismo del Campidoglio. I fatti risalgono all‘autunno del 2016, pochi mesi dopo l’insediamento della prima cittadini. Secondo la Procura la Raggi avrebbe dichiarato il falso quando avrebbe affermato di non aver nominato Marra in assoluta autonomia poiché, per la Procuratrice generale D’Ortona, la Sindaca era in accordo con Raffaele per la nomina del fratello Renato a capo del dipartimento Turismo. La sentenza di primo grado aveva già assolto la prima cittadina di Roma perché “il fatto non costituisce reato” accusando il giudice di “avere trasformato una indagine documentale in dichiarativa”. La Corte d’Appello ha confermato la sentenza di primo grado. Il processo si è tenuto a seguito della richiesta di appello presentata dalla Procura di Roma.