La poltrona più alta del Consiglio va a Loredana Capone, ex assessora e prima donna a ricoprire la carica, la vicepresidenza è di Cristian Casili, consigliere regionale pentastellato rieletto. La sfidante di Emiliano e ultima barricadera commossa in aula: “Un errore”. L’intesa è il preludio dell’ingresso in giunta con l’assegnazione al M5s dell’assessorato al Welfare
di F. Q. | 26 NOVEMBRE 2020
Il primo accordo è raggiunto, probabile preludio all’ingresso in giunta con l’assegnazione a un esponente pentastellato dell’assessorato al Welfare, rimasto vacante quando Michele Emiliano ha composto la sua squadra. In Puglia il Centrosinistra e il Movimento Cinque Stelle si stringono la mano e annunciano in aula, durante la prima seduta del Consiglio regionale, l’intesa su presidenza e vice-presidenza dell’assise. La poltrona più alta del Consiglio va a Loredana Capone, ex assessora e prima donna a ricoprire la carica, la vicepresidenza è di Cristian Casili, consigliere regionale pentastellato rieletto.
L’annuncio della fumata bianca ha provocato l’irritazione di Antonella Laricchia, sfidante di Emiliano e ultima barricadera del “no”. La consigliera, intervenendo durante la seduta, ha parlato di “errore” e “tradimento” nei confronti degli elettori pugliesi. “State sbagliando tanto”, ha ripetuto commossa contestando l’intesa ‘firmata’ da Casili e dai colleghi Rosa Barone, alla quale dovrebbe andare l’assessorato al Welfare, Marco Galante e Grazia Di Bari, capogruppo e volto che ha annunciato il via libera insieme al capogruppo dem Filippo Caracciolo.
Capone è stata eletta con 32 voti, quindi con oltre i 29 a disposizione della maggioranza di centrosinistra. Le schede bianche sono state 18, uno il voto ritenuto nullo. Il centrodestra, durante le indicazioni di voto, ha annunciato la propria astensione lamentando la mancata interlocuzione, il M5S invece non ha dichiarato le proprie intenzioni. Il gruppo ha in parte votato con la maggioranza in virtù dell’accordo.
L’intesa arriva dopo un lungo dibattito, che ha coinvolto anche i vertici nazionali del Movimento, dopo il no alla corsa elettorale insieme per il veto degli esponenti pugliesi, guidati dall’ex ministra Barbara Lezzi e da Alessandro Di Battista. L’ex deputato si era speso in prima persona tornando a tenere un comizio per la conclusione della campagna elettorale di Laricchia. La scelta di correre in solitario non era stata premiata dagli elettori, con Laricchia lontanissima dalla possibilità di competere con Emiliano e Raffaele Fitto, che dopo la sconfitta ha comunicato durante la prima seduta le sue dimissioni da consigliere regionale.