di Simona Sotgiu da Formiche.net
In un’analisi a firma del corrispondente da Roma del quotidiano statunitense New York Times, il parallelismo tra i due leader della Lega e di Italia Viva, responsabili della nascita dell’esecutivo giallorosso e possibili sfidanti nelle future competizioni elettorali nazionali
I due Matteo. Due uomini che condividono ambizione, talento politico e una vita intera spesa proprio in quella che è stata definita la scienza e l’arte di governare, di amministrare la cosa pubblica. Ecco, due uomini politici tanto simili nelle caratteristiche personali quanto diversi nella visione del futuro dell’Italia, che però non possono fare a meno l’uno dell’altro per tornare al potere.
A scriverlo è Jason Horowitz, il corrispondente da Roma del New York Times che in un’analisi pubblicata sul quotidiano statunitense procede per parallelismi tra il leader della Lega e l’ex segretario del Partito democratico e ora leader di Italia Viva. “Salvini ha bisogno di Renzi come sacco da boxe – prendendolo in giro come un ‘genio incompreso’ di cui ‘gli italiani non si sono accorti’ – e che mantenga il suo appeal di uomo qualunque mentre cerca di destabilizzare il governo e di rafforzare le sue politiche contro gli immigrati e l’Unione europea”.
Dall’altra, lo stesso Renzi “ha bisogno di Salvini come uomo nero – lo ha definito un ‘mostro’ – per elevare il suo profilo e convincere i liberali che solo lui può tenere a bada il nazionalista portando avanti le sue posizioni pro-globalizzazione, filoeuropee e filoamericane”. Insomma, la battaglia tra i due leader, di cui il corrispondente del Nyt fa un ritratto senza sconti, è solo all’inizio e si concluderà probabilmente con una “resa dei conti elettorale”.
L’obiettivo di Renzi, come da lui stesso dichiarato, è tenere Salvini lontano dal potere fino al 2022, quando sarà eletto il prossimo presidente della Repubblica, una figura di garanzia che rappresenta, spiega Horowitz, “un controllo finale sul potere di Mr. Salvini”. Ma non solo. “Mr. Renzi vuole che il governo duri abbastanza a lungo perché lo slancio di Salvini svanisca, o almeno così spera, e costruisca la propria base”. Secondo i sondaggi in circolazione la nuova forza politica creata da Renzi, Italia Viva, raccoglie al momento circa il 6% dei consensi. Nessuna prova elettorale però ne ha ancora certificato la presa sul Paese.
Nel piano di Renzi, sottolinea Horowitz, c’è un problema: “Molti italiani lo trovano semplicemente insopportabile”, si legge sul quotidiano newyorkese. Mentre Salvini è al momento il leader più amato in Italia, Renzi al momento non vanta grandi simpatie. “È pazzesco”, è la risposta dell’ex premier. “Agli italiani non piacciono le persone ambiziose, e io sono ambizioso”, ha detto recentemente. “Sono ambizioso per me stesso; se non lo fossi stato non sarei diventato primo ministro a 39 anni”.
E se è vero, si legge, che parte di questa antipatia nei suoi confronti affonda le sue radici – come non smette di ricordare lo stesso Renzi – nelle critiche di M5S, Lega e Pd nei suoi confronti, nella sua natura di “rottamatore” e nello sguardo non benevolo della Chiesa dopo la sua battaglia per i diritti gay, è altrettanto vero che “Mr. Renzi ha un ego sconfinato e un atteggiamento sprezzante, una tendenza a personalizzare la politica, a circondarsi di lealisti locali e ad annunciare grandi cambiamenti difficilmente percepibili da molti italiani”. Come non bastasse, rincara la dose Horowitz, “è subdolo”.
Insomma, i due Matteo non possono fare ameno l’uno dell’altro, e in questo gioco delle parti tra Salvini e Renzi, a soccombere potrebbe essere proprio l’esecutivo giallorosso, nato per mano dei due Matteo: prima di Salvini, che ha fatto cadere il governo Lega-5 Stelle nel bel mezzo dell’estate, e poi di Renzi, che con una mossa inaspettata ha aperto al dialogo con i grillini.
Il corrispondente da Roma del New York Times che in un’analisi pubblicata sul quotidiano statunitense procede per parallelismi tra il leader della Lega e l’ex segretario del Partito democratico e ora leader di Italia Viva. “Salvini ha bisogno di Renzi come sacco da boxe – prendendolo in giro come un ‘genio incompreso’ di cui ‘gli italiani non si sono accorti’ – e che mantenga il suo appeal di uomo qualunque mentre cerca di destabilizzare il governo e di rafforzare le sue politiche contro gli immigrati e l’Unione europea”.
Dall’altra, lo stesso Renzi “ha bisogno di Salvini come uomo nero – lo ha definito un ‘mostro’ – per elevare il suo profilo e convincere i liberali che solo lui può tenere a bada il nazionalista portando avanti le sue posizioni pro-globalizzazione, filoeuropee e filoamericane”. Insomma, la battaglia tra i due leader, di cui il corrispondente del Nyt fa un ritratto senza sconti, è solo all’inizio e si concluderà probabilmente con una “resa dei conti elettorale”.
L’obiettivo di Renzi, come da lui stesso dichiarato, è tenere Salvini lontano dal potere fino al 2022, quando sarà eletto il prossimo presidente della Repubblica, una figura di garanzia che rappresenta, spiega Horowitz, “un controllo finale sul potere di Mr. Salvini”. Ma non solo. “Mr. Renzi vuole che il governo duri abbastanza a lungo perché lo slancio di Salvini svanisca, o almeno così spera, e costruisca la propria base”. Secondo i sondaggi in circolazione la nuova forza politica creata da Renzi, Italia Viva, raccoglie al momento circa il 6% dei consensi. Nessuna prova elettorale però ne ha ancora certificato la presa sul Paese.
Nel piano di Renzi, sottolinea Horowitz, c’è un problema: “Molti italiani lo trovano semplicemente insopportabile”, si legge sul quotidiano newyorkese. Mentre Salvini è al momento il leader più amato in Italia, Renzi al momento non vanta grandi simpatie. “È pazzesco”, è la risposta dell’ex premier. “Agli italiani non piacciono le persone ambiziose, e io sono ambizioso”, ha detto recentemente. “Sono ambizioso per me stesso; se non lo fossi stato non sarei diventato primo ministro a 39 anni”.
E se è vero, si legge, che parte di questa antipatia nei suoi confronti affonda le sue radici – come non smette di ricordare lo stesso Renzi – nelle critiche di M5S, Lega e Pd nei suoi confronti, nella sua natura di “rottamatore” e nello sguardo non benevolo della Chiesa dopo la sua battaglia per i diritti gay, è altrettanto vero che “Mr. Renzi ha un ego sconfinato e un atteggiamento sprezzante, una tendenza a personalizzare la politica, a circondarsi di lealisti locali e ad annunciare grandi cambiamenti difficilmente percepibili da molti italiani”. Come non bastasse, rincara la dose Horowitz, “è subdolo”.
Insomma, i due Matteo non possono fare ameno l’uno dell’altro, e in questo gioco delle parti tra Salvini e Renzi, a soccombere potrebbe essere proprio l’esecutivo giallorosso, nato per mano dei due Matteo: prima di Salvini, che ha fatto cadere il governo Lega-5 Stelle nel bel mezzo dell’estate, e poi di Renzi, che con una mossa inaspettata ha aperto al dialogo con i grillini.