martedì, Dicembre 14, 2021

Rifiuti liquidi dei campi rom sversati nei pozzi, otto arresti. C’è l’ombra della malavita organizzata

                                                                                                                                                                                                                     CRONACA/ROMA

Scoperto un giro di falsi certificati che attestavano l’avvenuto smaltimento in modo regolare. La denuncia di Acea Ambiente e l’attività di due Società fra Aprilia e Ariccia. Al lavoro la Dda di Roma con la Sco, Squadra mobile di Latina e polizia stradale.

di Rinaldo Frignani

Il loro compito era quello di smaltire i rifiuti liquidi, anche quelli provenienti dai campi rom della Capitale – Castel Romano e La Barbuta -, rispettando le norme ambientali. Ed era quello che compariva sui documenti di accompagno, ma non ciò che veniva fatto.Lo hanno scoperto gli investigatori del Servizio centrale operativo, della Squadra mobile di Latina e del Compartimento Lazio della polizia stradale che hanno arrestato all’alba di ieri otto persone, fra le quali un imprenditore calabrese secondo chi indaga con legami con la malavita organizzata, Giuseppe Borrelli, 51 anni, già raggiunto in passato da due interdittive antimafia. Lui è finito in carcere e gli altri sette ai domiciliari, fra loro parenti e dipendenti della Società Ecoter di Aprilia.

L’operazione è stata coordinata dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Roma e si è sviluppata in particolare fra Lazio e Calabria. Per tutti gli arrestati l’accusa è associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, oltre che alla commissione di delitti contro l’ambiente e truffa ai danni dello Stato. Ma ci sarebbero stati anche episodi di riciclaggio dei guadagni provenienti dal falso smaltimento dei rifiuti, con investimenti nelleconomia legale, che hanno portato ieri mattina al sequestro di beni per tre milioni di euro. In particolare l’indagine dello Sco ha preso l’avvio dalla denuncia presentata dai responsabili di Acea Ambiente contro la Moter, collegata alla Ecoter, che si era aggiudicata la gara d’appalto per l’affidamento del carico, trasporto e smaltimento dei rifiuti liquidi prodotti nel territorio di Aprilia.

I poliziotti hanno scoperto che in realtà i dipendenti della società falsificavano i timbri sui formulari di identificazione dei rifiuti (i cosiddetti Fir), in modo da attestare la regolarità del ciclo del rifiuto e ottenere in questo modo il pagamento del servizio da parte di Acea Ambiente. Ma i liquidi invece finivano in terreni e anche nella rete fognaria dove venivano riversati di nascosto invece che smaltiti regolarmente. Il sospetto di un coinvolgimento della ditta di Ariccia in altri traffici anche più redditizi sarebbe avvalorato ora dall’aggiudicazione di altri appalti pubblici con enti locali di Roma e provincia. Proprio come quello collegato allo smaltimento dei liquami provenienti dagli insediamenti nomadi della Capitale. E su questo filone sono stati avviati altri accertamenti per ricostruire la reale portata dei traffici per verificare l’eventuale complicità di dipendenti pubblici oltre a quantificare i danni ambientali provocati in tutti questi anni.

14 dicembre 2021 (modifica il 14 dicembre 2021 | 08:07)

Condividi su: