CRONACA/ROMA
La replica alla scrittrice: «Mi chiamo Cecilia Frielingsdorf. Per semplificare la possibilità di votarmi sono stata iscritta alle liste elettorali come Cecilia. Spero di essere giudicata per le mie idee e non per il mio cognome»
di Redazione Roma
Cecilia Frielingsdorf, da Twitter
Il manifesto di una iniziativa elettorale: da un lato Carlo Calenda, dall’altro una delle candidate di Azione a Roma. Presentata così: Cecilia. Senza cognome. Un episodio che non è sfuggito a Michela Murgia. La scrittrice ne ha parlato nella sua rubrica settimanale accusando Calenda di sessismo.
A chiarire cosa è accaduto alla scrittrice, il cui ultimo libro non a caso si intitola «Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più», è la stessa Cecilia , dal nome che rimanda a candidati collocati molto più a Nord dell’Italia: «Gentile Michela Murgia e cari elettori, mi chiamo Cecilia Frielingsdorf. Per semplificare la possibilità di votarmi sono stata iscritta alle liste elettorali come Cecilia Frielingsdorf detta Cecilia. Spero di essere giudicata per le mie idee e non per il mio cognome» scrive la candidata di Azione su twitter.
Un nuovo attacco dopo quello al «ragazzo col Rolex» come ricorda Calenda sui social, replicando con toni sarcastici: «Murgia, Collevecchio, Raimo, Montanari, Robecchi etc.. Gli attacchi assurdi a Cecilia, Roman e Perla dimostrano che una volta la sinistra estrema era utopica e rivoluzionaria, oggi solo aggressiva e demenziale. Da Lenin a Di Battista. In sintesi».
13 settembre 2021 | 18:38