Il Cremlino pubblica l’elenco degli asset finanziari stranieri che non potranno essere venduti. Nella lista anche i big statunitensi e giapponesi, Paypal e gli istituti dei gruppi automobilistici| Le banche congelate in Russia | L’elenco delle 45 banche.
da del 01/11/2022 11:30
di Luca Gualtieri
Mentre continuano le ostilità in Ucraina e l’escalation con il blocco Nato, la Russia conferma la stretta sulle banche straniere. Dopo il Decreto che in agosto preannunciava un divieto temporaneo delle cessioni di asset finanziari occidentali, nei giorni scorsi il Cremlino ha pubblicato la lista dei 45 Istituti coinvolti nel provvedimento. Oltre a gruppi nord europei come Bnp Paribas, Deutsche Bank, Credit Agricole e Credit Suisse, l’elenco disponibile sul sito del governo comprende le attività russe delle italiane Unicredit e Intesa Sanpaolo.
Il decreto di agosto
Il provvedimento congela di fatto la cessione delle controllate locali nell’ambito delle exit predisposte dopo l’inizio delle ostilità in Ucraina. Una misura che va letta come una ritorsione contro le sanzioni varate dall’Europa e dagli Stati Uniti. Di sicuro la notizia non fa che complicare ulteriormente il quadro in cui da mesi si muovono alcune delle principali banche internazionali. Non a caso quasi tutti gli istituti stranieri presenti in Russia per ora hanno continuato ad operare nel paese. L’unica eccezione è costituta da Société Générale che, subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, ha venduto l’intera quota in Rosbank e delle filiali assicurative a Interros Capital, incassando una perdita di oltre tre miliardi.
Tutti i gruppi coinvolti
Tornando all’elenco dei 45 istituti, esso comprende anche le attività di Goldman Sachs, JP Morgan, American Express Bank, HSBC, Citibank, Ubs, Natixis, First Investment Bank, Ing, Raiffeisenbank, Sumitomo Mitsui, Toyota Bank, Mercedes-Benz Bank BMW Bank Volkswagen Bank e PayPal.
Cosa accadrà adesso
A questo punto per uscire dalla Russia le banche occidentali avranno bisogno di un permesso speciale del governo: «Il presidente russo», spiega il provvedimento di agosto, «si riserva il diritto di autorizzare la vendita di azioni detenute da soggetti di nazioni ostili solo con una decisione speciale». Tradotto: le strategie dei gruppi dipenderanno dalle scelte o forse dal capriccio dell’inquilino del Cremlino. Un ulteriore elemento di insicurezza deriva dalla durata del divieto. Sebbene il decreto indichi come termine il 31 dicembre, il provvedimento ventila la possibilità di proroghe: «il termine di validità delle restrizioni stabilite dal presente decreto può essere ripetutamente prorogato dal Presidente della Federazione Russa», spiegava il documento.