ESTERI
Tra i primi profili a condividere i leak del Pentagono c’era «Donbass Devushka»: il «Wall Street Journal» ha intervistato una degli amministratori, che dice di essere nata a Luhansk ma vive nello Stato di Washington.
di Viviana Mazza
DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
NEW YORK — Uno dei primi profili a condividere al di fuori della piattaforma Discord i leak del Pentagono è stato Donbass Devushka (la ragazza del Donbass), che è uno dei più importanti account in lingua inglese della rete pro-Cremlino sui social. Il Wall Street Journal ha intervistato una degli amministratori: Sarah Bils, 37 anni, ex tecnica della Marina americana che dice di essere nata a Luhansk nel Donbass, ma abita a Oak Harbor, nello Stato di Washington.
Bils ha lavorato nella base aerea navale di Whidbey Island fino allo scorso novembre; nello stesso periodo elogiava online le truppe russe e i paramilitari del gruppo Wagner. La donna sostiene che i profili — su Telegram, Twitter, YouTube — di Donbass Devushka siano gestiti da 15 persone «in tutto il mondo» (ha rifiutato di identificare i compagni) e afferma che sia stato uno degli altri a pubblicare lo scorso 5 aprile quattro dei leak.
Inizialmente diffusi nella piattaforma Discord erano passati inosservati al pubblico più vasto per mesi; solo dopo che sono spuntati su Donbass Devuskha, che ha 65mila follower, i leak sono stati ripresi da molti profili russi. È qui che alcuni di quei documenti sono apparsi modificati (aumentando le vittime ucraine e riducendo quelle russe).
Anche Bills aveva un nulla osta di sicurezza, come Jack Texeira, il tecnico informatico della Guardia Nazionale del Massachusetts accusato di essere la «talpa» e che tornerà in tribunale domani. Non ci sono prove per ora che Bils abbia rubato documenti classificati o che i due si conoscano.
La donna ha lasciato il suo ruolo a novembre, con un rango più basso di quello che aveva in precedenza: dice di essersene andata per stress post-traumatico. Ma alcuni colleghi si erano accorti che vendeva gadget pro-Putin e prometteva di inviare i fondi per «liberare il Donbass». Il caso alimenta il dibattito sull’accesso troppo ampio ai file classificati.
18 aprile 2023 (modifica il 18 aprile 2023 | 16:57)