Lectio magistralis del Presidente della Consob. Serve una teoria economica che prenda in esplicita considerazione la presenza di strumenti virtuali | Elon Musk: il governo non dovrebbe regolare il bitcoin
da del 01/10/2021 12:20
di Andrea Pira
Occorre definire una teoria economica che prenda in esplicita considerazione la presenza di strumenti virtuali. La diffusione delle cryptocurrency e il largo uso della loro base tecnologica, la blockchain, hanno causato un mutamento rilevante dell’assetto istituzionale dei mercati monetario e finanziario, la cui necessaria ri-regolamentazione tarda a farsi strada per almeno tre ragioni:
. un’insufficiente comprensione del fenomeno,
. la pretesa di proteggere l’ordinamento vigente e
.lo spessore di interessi, formatosi, in difesa dello strumento virtuale.
Le incertezze provocate dalla componente virtuale sul mercato mobiliare e la «profonda diversità di trattamento tra Stati Uniti e Cina» nell’approccio alla criptovalute, dipendono anche dalla mancanza di quella che nella Lectio Magistralis all’Università di Cagliari, il Presidente della Consob, Paolo Savona, ha definito la economics with cryptocurrency. La definizione di tale teoria passa per diversi aspetti.
A partire dal ricalcolo del moltiplicatore del reddito nazionale per tenere conto «dell’impulso esogeno» del potere d’acquisto in mano a famiglie e imprese che minano criptovalute, ossia l’attività di calcolo per estrarre le cripto, e le moltiplicano attraverso gli scambi. O ancora servirà rivedere il moltiplicatore monetario secondo le forme regolate e non che assumeranno le cripto, nonché ricalcolare i parametri della funzione degli scambi internazionali, prendendo in considerazione dell’operatività mondiale delle valute virtuali.
«Parlamenti, Governi e Autorità di Controllo dei Mercati si trovano di fronte all’inadeguatezza delle loro conoscenze sul funzionamento dell’economia e delle leggi sulle quali si basa la loro attuale attività di regolazione e di sorveglianza», ha sottolineato ancora l’ex Ministro degli Affari europei.
In assenza di nuove norme, è il monito, «il mercato prenderebbe sempre più la guida del sistema economico e della distribuzione del reddito, ignorando la storia dei suoi fallimenti». Anche la politica economica, tuttavia, ignorerebbe i suoi, «che potrebbero aumentare se non provvedesse a risolvere l’inquadramento delle cryptocurrency nell’assetto istituzionale esistente».
Alcuni calcoli, ha ricordato Savona, indicano che attualmente sono in circolazione circa seimila crypto, «che si sono mosse inizialmente in modo prudente, poi aggressivo, ora avventuroso, mossi dall’attrazione esercitata sugli investitori dai guadagni registrati dai Bitcoin».
Il Presidente Consob ha quindi messo in guardia dai rischi della convivenza tra criptovalute e moneta sovrana. Nel caso le Autorità accettino l’esistenza delle crypto, «la quantità di moneta e il moltiplicatore che la genera assumono forme più complicate, perdendo la natura esogena e rendendo difficile la definizione della politica monetaria secondo i canoni tradizionali». Il mercato sarebbe in grado di interferire nelle decisioni, «fino a neutralizzarne gli effetti stabilizzatori, perché il moltiplicatore indicato sarebbe in teoria infinito».
L’alterazione sarebbe minore legittimando le criptovalute in forma di stable coin; tuttavia, «la definizione della politica monetaria sarebbe condizionata dalle riserve richieste a fronte per la loro circolazione». Se, invece, le riserve fossero in attività finanziarie sia tradizionali sia in forma di cryptoasset, «la politica monetaria sarebbe coinvolta nella stabilità del mercato finanziario, in misura sistematica al di là dei casi contingenti come quelli del 2008 (crisi dei derivati) e del 2019 (crisi sanitaria)».
Savona, che auspica una Conferenza Monetaria Internazionale del tipo di quella tenutasi a Bretton Woods, si è soffermato, inoltre, sul futuro delle Banche. I timori al riguardo stanno ritardando le scelte delle Pubbliche Autorità. Sono però timori motivati. Se le Banche Centrali recupereranno il monopolio della creazione monetaria criptata, creando le Central Bank Digital Currenc (Cbdc), per Savona «si potrebbe risolvere la maggiore instabilità monetaria», ma nascerebbe un problema di adattamento per gli Istituti stessi che «si dovrebbero dedicare alla sola gestione del risparmio raccogliendolo in forme adeguate» e si dovranno preparare in ogni caso «a svolgere i servizi in forme almeno pari all’efficienza ed efficacia di quelli offerti dalle piattaforme tecnologiche».