Corriere Bologna
Hera e sindacati, resta il muro contro muro, e le sigle di categoria si dicono pronte allo sciopero, anche se Hera si dichiara disponibile e contesta quanto rivendicato. Una mediazione è ancora possibile ma l’ultimo atto suona come un ultimatum. Sul tavolo, i diversi contratti applicati che i rappresentanti dei lavoratori vorrebbero uniformare e il tema degli organici per cui non è chiaro se si proceda alle assunzioni promesse.
Dopo un lungo confronto, dunque, la rottura. Con un comunicato congiunto, Cgil (Filctem e Fp), Cisl (Femca, Flaei e Fit), Uil (Uiltrasporti e Uiltec) e Cisal (Fiadel) , annunciano che «non possono che confermare la mobilitazione con la richiesta di apertura della procedura di raffreddamento e conciliazione» inviata lo scorso 22 febbraio. In caso di esito negativo della conciliazione si potrà arrivare allo sciopero. «Servono risposte concrete, non proclami», tuonano i sindacati e nella nota spiegano anche che «l’azienda si riserva semplicemente di fare delle valutazioni in termini di costi senza dare risposte rispetto alla modifica dei contratti applicati a 1.531 lavoratori». Sugli appalti mancherebbero «risposte rispetto ad internalizzazioni, all’aumento delle attività o ai contratti da applicare».
Sullo smart working criticano i dubbi che la società avrebbe espresso «sul lavoro da remoto in mancanza di controllo diretto». In quanto agli organici, i sindacati scrivono che «il gruppo è cresciuto di 756 unità, non specificando come. Di questi solo 23 sono assunzioni nuove, il resto derivano dall’acquisizione di altre società e con contratti non nel perimetro di Confservizi». Da parte sua il gruppo Hera si difende: «Il tavolo delle trattative continua a rimanere aperto» pur prendendo «atto della decisione unilaterale delle organizzazioni sindacali di abbandonare il tavolo». La multiutility, scrive in una nota, contesta fermamente la correttezza di quanto rappresentato dai sindacati. Per esempio: «rispetto all’organico sono state fornite informazioni dettagliate e dalle organizzazioni sindacali non è arrivata all’azienda alcuna richiesta di ulteriori elementi; per quanto riguarda il lavoro da remoto, l’azienda non ha alcun dubbio o perplessità e ha dato ampia disponibilità a rivedere congiuntamente le modalità attuali». Inoltre, il gruppo «è da sempre impegnato a riconoscere per i propri lavoratori i migliori standard di lavoro, testimoniati dagli investimenti nella formazione continua e dalla ricerca di benessere attraverso i programmi di welfare. Un impegno riconosciuto anche da organismi esterni di valutazione di livello internazionale e nazionale ( Top Employers)»