“Sei un untore”,“dai lavoro agli handicappati”. Questi gli insulti degli haters per il fondatore di “Pizza Aut”, laboratorio di inclusione per ragazzi autistici, che sta riscuotendo un grande successo
da di venerdì 18 giugno 2021
di Niccolò Pescali
Nico Acampora, ideatore del laboratorio di inclusione sociale “PizzAut” che dà lavoro a ragazzi con disturbi dello spettro autistico, a chi sui social lo ha accusato di essere un “untore perché permette agli autistici di lavorare nella ristorazione” risponde offrendo una cena nella sua pizzeria. Non ci potrebbe essere reazione migliore, ci permettiamo di aggiungere, a questi, rarissimi casi di odio da tastiera. Il locale, infatti, gode di ottima salute e di una splendida reputazione nella zona di Cassina de’ Pecchi (MI), dove esercita la sua attività, tanto che Acampora, con una punta di giustificato orgoglio, sottolinea che “i tavoli sono prenotati fino alla metà di Luglio”.
Si tratta dunque di un episodio di isolata stupidità, ma è giusto far notare che, purtroppo, commenti del genere, anche se saltuariamente, avvengono. Come per esempio quando in piena pandemia qualche cyber-odiatore ha pensato che Acampora fosse “un delinquente perché in periodo di crisi dava da lavorare a degli handicappati”. Tentativi di delegittimazione, sempre dietro lo schermo di un pc, che non hanno fatto altro che accrescere l’interesse e la stima attorno a questo progetto.
“PizzAut” infatti è nato dall’intraprendenza di Acampora, ma ora coinvolge decine di ragazzi e le loro famiglie. “Troppo spesso questi ragazzi sono esclusi dal mondo del lavoro e delle relazioni sociali”, per questo Nico, padre di un bambino con autismo, ha deciso di iniziare questa avventura, che ora è una realtà più che consolidata nel territorio. “Non solo un lavoro, è molto di più”, inclusione a braccetto con la ristorazione. Uno dei fattori del grande successo di “PizzAut”, infatti, è che l’aspetto qualitativo è di primaria importanza.
I ragazzi, attraverso corsi ad hoc avviati da professionisti della ristorazione e della riabilitazione, che con attenzione, delicatezza e competenza hanno insegnato loro come muoversi all’interno del locale, ora sono pienamente autonomi nel lavoro. Sono presenti percorsi speciali, forni su misura, muri che isolano dal rumore, tutti gli accorgimenti tecnici che permettono loro di svolgere serenamente un servizio di qualità, lungo tutta la filiera. “Si deve fare di più, ci sono oltre 600.000 autistici in Italia e pochissimi sono inclusi nel mondo del lavoro – denuncia Acampora – chi beneficia delle leggi sulla disabilità è spesso chi ne ha una fisica, e non dello spettro comportamentale”.