C’è un problema politico ancora irrisolto in Spagna, se ci si avvia alla quarta tornata elettorale in quattro anni: le cifre da capogiro del nuovo debito pubblico
di Guido Salerno Aletta da Milano Finanza del 26/09/2019 ore 20:33
C’è un problema politico ancora irrisolto in Spagna, se ci si avvia alla quarta tornata elettorale in quattro anni: si tratta dei 48 miliardi di euro di aiuti bancari dichiarati irrecuperabili, e che sono stati addossati come costo all’intera collettività attraverso il debito pubblico. Ci sono infatti di mezzo gli aiuti concessi dall’ESM, che transitano appunto per il bilancio statale al fine di rendere indenne da perdite l’istituzione dell’Unione. Che sono stati pari a 61,9 miliardi.
La perdita, messa così. sarebbe di ben poco conto, neppure una ventina di miliardi di euro, appena una goccia nel mare del debito pubblico spagnolo, che quest’anno arriva a 1.230 miliardi di euro, una somma pari al 95% del pil, quando erano appena di 430 miliardi nel 2008, una percentuale che arrivava appena al 39,4%.
Con 800 miliardi di euro in più, frutto di un deficit pubblico ininterrotto dal 2008 in avanti che ha cumulato, davvero queste perdite sarebbero dunque ben poca cosa.
Il fatto è che occorre considerare anche le risorse interne che sono state destinate alle ricapitalizzazioni, alle garanzie ed agli altri strumenti di sussidio a favore del sistema bancario, che vanno aggiunte alle risorse erogate dall’ESM: si arriva così a ben 122 miliardi di euro, una cifra che si avvicina al 28% del pil, rispetto al 17% degli aiuti bancari resisi necessari in Grecia.
Messa così, i 48 miliardi di euro di aiuti non più recuperabili arrivano ad essere il 77% delle risorse impiegate per i salvataggi. Le conseguenze per il sistema bancario spagnolo sono state estremamente severe: a parte la forte riduzione del numero di agenzie e di personale, il ROE complessivo nel 2018 è stato del 7,2%, rispetto al 21,4% del 2007. Il lascito della crisi bancaria non è stato ancora saldato, nonostante il buon andamento dell’economia.
Ed il sentiment generale lo prova: più di un terzo degli spagnoli teme che il 2020 sarà un anno peggiore di quello in corso. Anche il Banco di Spagna ha appena espresso forti preoccupazioni, ritenendo urgente il rafforzamento della unione bancaria e la creazione di uno strumento fiscale per la stabilizzazione del ciclo nell’Eurozona, al fine di assorbire le perturbazioni economiche e finanziarie contrarie a livello di singolo Paese, stabilizzando così l’intera area.
Il prossimo 10 novembre, la Spagna tornerà nuovamente alle urne: mentre stentano a diradarsi le ombre della crisi bancaria del 2010, teme l’addensarsi di nuove minacce.