di Ester Palma
da Corriere della Sera ROMA / CRONACA
Era stato arrestato nello scorso marzo con l’accusa di aver favorito il gruppo del costruttore Luca Parnasi: ma già la Cassazione, in agosto, aveva definito «insufficienti» i dati indiziari
Torna libero Marcello De Vito, ex presidente dell’Assemblea capitolina, arrestato per l’accusa di corruzione nel marzo scorso in uno dei filoni dell’indagine sul nuovo stadio della Roma. Lo ha deciso il tribunale di Roma accogliendo una istanza del difensore Angelo Di Lorenzo.
Per lui il processo è stato fissato con rito immediato per il prossimo dicembre.
Ma già da luglio era ai domiciliari e nello scorso agosto, la Cassazione aveva giudicato insufficienti i «dati indiziari» motivati dal gip (e poi dal Riesame cui si erano appellati i difensori) per sostenere che il presidente pentastellato dell’assemblea capitolina e il suo sodale, l’avvocato Camillo Mezzacapo, finito in carcere con lui, facessero parte del «gruppo criminale» guidato dall’imprenditore Luca Parnasi e fossero vittime del suo «metodo corruttivo».
Avvocato e grillino della prima ora
Avvocato romano di Talenti, 45 anni, De Vito è un grillino della prima ora, tanto da candidarsi a sindaco alle comunali del 2013 contro Ignazio Marino. Spinto, nella sua ascesa politica, anche dai comitati territoriali che si battevano contro la speculazione edilizia a Porta di Roma. Fedelissimo di Roberta Lombardi, prima deputata e attuale capogruppo Cinque stelle alla Regione.
Alla Pisana è stata eletta anche la sorella maggiore di De Vito, Francesca, del 1965, vice presidente della commissione Attività produttive. Soprannominato «la Sfinge» per i modi e il carattere spesso impenetrabile, nel 2016 nonostante abbia preso più voti del suoi compagni di movimento, 6.500, deve cedere la poltrona da sindaco a Virginia Raggi.
Le accuse
Secondo le accuse, Marcello De Vito era in grado di influenzare le scelte del Campidoglio «con un’attività di pressione non occasionale ma prolungata». Nel caso del controverso stadio della Roma, in senso favorevole al gruppo immobiliare Toti per cui De Vito arriva a «superare» l’organo che presiedeva e a portare la discussione direttamente in giunta per avere più margini di manovra. E infatti il progetto passò con una deliberazione del Campidoglio il 15 settembre 2017.
19 novembre 2019 | 10:09