Lo stipendio medio dell’amministratore delegato di una società quotata con sede in Italia è stato pari a 849.300 euro lordi nel 2018. Il valore è inferiore del 10,8% a quello del 2017 (952.400 euro), anno in cui c’era stato un aumento del 14,5% rispetto al 2016 (831.700 euro). È quanto calcolato dall’Area Studi di Mediobanca
da Il Sole24ore.it del 19 dicembre 2019
di Gianni Dragoni
Lo stipendio medio dell’amministratore delegato di una società quotata con sede in Italia è stato pari a 849.300 euro lordi nel 2018. Il valore è inferiore del 10,8% a quello del 2017 (952.400 euro), anno in cui c’era stato un aumento del 14,5% rispetto al 2016 (831.700 euro).
Questo valore, calcolato dall’Area Studi di Mediobanca, è pari a 14,4 volte il costo medio del lavoro delle imprese quotate (18,5 volte nel 2017). Il multiplo sale a 24,4 volte (32,8 nel 2017) per le società con una capitalizzazione superiore a un miliardo. Ma c’è un caso record in cui l’a.d. ha guadagnato quanto la somma delle buste paga di 114,2 dipendenti (rispetto a 217 buste paga nel 2017).
Il report di Mediobanca
Lo studio di Mediobanca ha analizzato la campagna compensi dell’anno 2017 di 230 imprese con sede in Italia quotate all’Mta (Mercato telematico azionario), il listino principale della Borsa.
La ricerca non fa nomi, anche se questi sono pubblici, perché contenuti nelle Relazioni sulla remunerazione (Tabella 1) o in altri documenti di bilancio. Secondo Mediobanca l’a.d. più pagato per la singola carica ha guadagnato 5,986 milioni lordi (9,132 milioni lordi nel 2017): è Philippe Donnet di Generali. Tra i presidenti il compenso più alto è 7,006 milioni (4,068 milioni nel 2017): è Massimo Della Porta, di Saes Getters.
Va fatta un’ulteriore precisazione. La ricerca di Mediobanca rileva i compensi per ogni carica, senza fare il cumulo tra più cariche eventualmente ricoperte dalla stessa persona (per esempio a.d. e d.g.).
La top ten dei più pagati
Pertanto se si considerano tutti i compensi Donnet e Della Porta non sono i più pagati, secondo i dati rilevati dalla stessa Mediobanca facendo il cumulo di tutte le cariche.
In questo caso il primo è Carlo Cimbri, a.d. e d.g. del gruppo Unipol, con 7,917 milioni lordi nel 2018. Il secondo è Giovanni Tamburi, presidente e a.d. di Tip, con 7,7 milioni. Il terzo è il già citato Della Porta. Il quarto più pagato è Remo Ruffini, presidente e a.d. di Moncler, con 6,515 milioni. Il quinto è Claudio Descalzi, presidente è a.d. dell’Eni, con 6,456 milioni. Il sesto è Donnet. Il settimo è Pierroberto Folgiero, a.d. e d.g. di Maire Tecnimont, con 5,952 milioni. L’ottavo è Giovanni Castellucci, ex a.d. e d.g. di Atlantia, con 5,688 milioni. Il nono Carlo Messina, a.d. e d.g. di Intesa Sanpaolo, con 5,658 milioni. Il decimo è Pietro Salini, a.d. di Salini Impregilo, con 5,608 milioni.
Rispetto al «watch» del Sole 24 Ore (pubblicato il 31 marzo 2019) la ricerca di Mediobanca contiene alcune differenze. Esclude le società “italiane” che hanno trasferito la sede legale all’estero, come Fca, Ferrari, Cnh Industrial, Exor (domiciliate in Olanda), o quotate su mercati esteri (Prada a Hong Kong, Luxottica quotata a Parigi dopo la fusione con Essilor). Altra differenza rilevante è che questo studio non considera le somme percepite «per inizio o cessazione carica», mentre include i «benefici non monetari».
Per questo nello studio di Mediobanca non appaiono i guadagni dello scomparso Sergio Marchionne, ex numero uno di Fca, Ferrari, Cnh, che secondo il bilancio di Exor ha percepito 28,27 milioni lordi nel 2018. E non c’è il presidente e a.d. di Exor e presidente di Fca, John Elkann, con 8,95 milioni nel 2018. Tra i presidenti, considerando anche la somma erogata per la risoluzione del rapporto di lavoro, Fedele Confalonieri di Mediaset nel 2018 ha totalizzato 9,55 milioni, più di Della Porta.
I compensi variabili
Un’ulteriore notazione sui compensi variabili basati su strumenti finanziari, come azioni gratuite o stock option, i «compensi equity». Per questi ultimi, fa notare Mediobanca, «la logica di computo» delle Relazioni sulla remunerazione «non segue un criterio di cassa ma uno basato sulla competenza contabile delle componenti equity anche relative a esercizi precedenti e valorizzate in base al fair value. Quest’ultimo non rappresenta il valore effettivamente pagato o ottenuto dai beneficiari dei piani basati su strumenti finanziari, quanto invece il costo contabilizzato dalla società secondo un criterio di competenza durante il periodo di maturazione».
Mediobanca osserva che «si possono utilizzare diverse metriche per la determinazione dei compensi appannaggio degli apicali, ad esempio ricorrendo a una loro lettura esclusivamente per cassa». Questo è il metodo applicato nel «pay watch» del Sole 24 Ore, che può dare risultati diversi nel calcolo dei compensi azionari. Ad esempio secondo il «pay watch» del Sole 24 Ore Cimbri ha percepito 14,78 milioni.U
Le assicurazioni pagano di più
Le assicurazioni sono il settore con il compenso medio più elevato per l’a.d.: 4,34 milioni, rispetto a 1,97 milioni per le banche e a 1,05 milioni per l’industria.
La ricerca ha raccolto informazioni su 3.543 amministratori, direttori generali e sindaci. Il 66% sono uomini, il 34% donne. Il totale generale dei compensi è pari a 605,5 milioni, inferiore al monte compensi di 666,9 milioni del 2017. I compensi medi sono calcolati sulle cariche ricoperte per 12 mesi (2.371 posizioni).
La ricerca evidenzia una «discriminazione dei compensi per genere». Le donne sono pagate meno degli uomini, perché hanno accesso inferiore alle cariche esecutive. Il compenso medio di un a.d. per un uomo è 874mila euro, per una donna 474.400. Il divario salariale tra uomini e donne è diminuito (-31,1% per l’.a.d), ma rimane elevato.