In Svezia crolla la fiducia della popolazione nel governo di centrosinistra che ha optato, a differenza degli altri paesi europei, per la strategia del “tutto aperto” contro l’emergenza Coronavirus per raggiungere l’obiettivo, ancora lontano, dell’immunità di gregge. E’ quanto emerge da un sondaggio realizzato da Ipsos: “Le differenze sono abbastanza significative da poter dire con certezza che c’è stato un vero cambiamento”.
da ESTERI EUROPA 23 GIUGNO 2020 15:59
di Ida Artiaco
La strategia del “tutto aperto” non ha ripagato a dovere il governo svedese che, dopo aver visto aumentare il numero dei contagi e dei decessi a causa del Coronavirus, si trova ora a fare i conti con un forte malcontento popolare. Secondo un sondaggio realizzato da Ipsos, che ha intervistato 1.191 svedesi, e pubblicato oggi sul quotidiano Dagens Nyheter a giugno il 45% del campione considerato aveva una “forte fiducia” nella capacità delle autorità di gestire la crisi. Una percentuale in diminuzione rispetto al 56% di aprile, mentre quelli che avevano “poca fiducia” sono passati dal 21% al 29%. La Svezia, infatti, è stata tra i pochissimi paesi europei a non aver imposto il lockdown per il contenimento della pandemia, lasciando aperte scuole per i minori di 16 anni, bar e ristoranti, oltre alla maggior parte delle aziende, con l’obiettivo, attualmente disatteso, di raggiungere l’immunità gregge.
L’Agenzia di sanità pubblica ha sostenuto che i blocchi come quelli attuati dagli altri stati europei funzionano solo temporaneamente, insistendo sul fatto che misure drastiche a breve termine sono troppo inefficaci per giustificare il loro impatto sulle persone. Ha anche sconsigliato di indossare le mascherine, persino in luoghi chiusi come i mezzi pubblici.
Tuttavia, la Svezia, su una popolazione di 10.3 milioni di persone, ha fatto registrare 5.122 morti per Covid-19, superando di gran lunga il totale dei suoi vicini nordici, che hanno adottato invece misure molto più severe.
Di conseguenza, molti Paesi che si stanno aprendo al turismo hanno vietato l’ingresso agli svedesi, compresi le vicine Danimarca, Finlandia e Norvegia. Per questo, la fiducia nelle autorità politiche e sanitarie è diminuita sempre di più da parte dei cittadini: coloro che credevano che il governo di centrosinistra stesse affrontando bene la crisi sono scesi dal 50% di maggio al 38% di giugno. E anche il sostegno al primo ministro Stefan Lofven è passato dal 49% al 39%. “Le differenze sono abbastanza significative da poter dire con certezza che c’è stato un vero cambiamento. Il sentimento collettivo nei confronti della capacità delle autorità locali di gestire la crisi ha preso una chiara svolta negativa “, ha detto l‘analista di Ipsos Nicklas Kallebring a Dagens Nyheter.