La Svizzera sta studiando come tornare a essere un paradiso fiscale per le società. E punta a migliorare “le condizioni per il settore privato e fare della Svizzera una piazza attrattiva per gli investimenti”
da del 12/02/2021
di Matteo Rizzi
La Svizzera sta studiando come tornare a essere un paradiso fiscale per le società. Secondo quanto annunciato dal Dipartimento Federale delle Finanze (Dff), un gruppo di esperti ha presentato 16 proposte «che dovrebbero rafforzare la piazza svizzera». Lo scopo è di migliorare «le condizioni per il settore privato e fare della Svizzera una piazza attrattiva per gli investimenti». I campi d’azione, per ora, sono esposti in termini generici e non descrivono ancora misure concrete. Ma sono la base per costruire proposte fiscali di riforma. Per promuovere la ricerca e lo sviluppo, il report raccomanda un’estensione del patent box svizzero ai diritti d’autore per il software o proprietà immateriale come disegni o altro know-how tecnico.
Il patent box potrebbe anche essere esteso ai diritti accessori per sostenere le aziende che non hanno brevetti sui loro servizi o prodotti innovativi. Si raccomanda anche di espandere i limiti di sgravio per i costi di ricerca e sviluppo, notando che una regolamentazione più generosa aiuterebbe le aziende con un alto livello di innovazione. «I maggiori benefici aumenterebbero l’attrattiva della Svizzera come sede di imprese», si legge.
Importante mantenere la prassi in materia di ruling fiscali. I ruling infatti contribuiscono alla certezza del diritto e della pianificazione e sono un pilastro portante del sistema fiscale svizzero, sottolineano gli esperti.
Le imposte cantonali sul capitale e sul patrimonio, inoltre, dovrebbero essere ridotte. «La riduzione delle imposte che erodono la sostanza rafforza la resistenza delle imprese, incentiva gli investimenti e aumenta l’attrattiva della Svizzera per le imprese ad alto livello di capitalizzazione», sostiene il report.
Gli esperti raccomandano anche di espandere la compensazione delle perdite, attualmente limitata a sette anni, per rafforzare la capacità delle imprese di assumere rischi.
È necessario limitare le eccezioni e le deduzioni: una gestione rigorosa di eccezioni e deduzioni permette aliquote d’imposta moderate e incoraggia la trasparenza e l’efficienza nell’imposizione del reddito.
Così analogamente si suggerisce di ridurre la differenziazione delle aliquote e le eccezioni nell’ambito dell’imposta sul valore aggiunto. Un‘Iva uniforme con il minor numero possibile di eccezioni garantisce allo stato un gettito fiscale elevato, evita oneri nascosti per prestazioni e investimenti ed è semplice da applicare.
Il report suggerisce anche di «sperimentare una cultura fiscale orientata alla clientela: una cultura fiscale caratterizzata dalla fiducia e dal rispetto reciproci è un importante vantaggio competitivo che va tutelato».
Per alcuni dei suggerimenti fiscali contenuti nel report è già stato avviato l’iter legislativo (ritenuta sugli interessi, soppressione della tassa d’emissione sul capitale proprio, soppressione parziale della tassa di negoziazione e introduzione dell’imposta sul tonnellaggio), per altri saranno presentati delle proposte a giugno al Consiglio federale.