E’ arrivato in risposta a un attacco di Israele contro una sede consolare a Damasco, che in sede Ue abbiamo condannato. Ora mi auguro che non ci sia un’escalation. Israele dal punto di vista militare ha vinto, ha respinto l’offensiva ma ora dobbiamo impedire che il conflitto si allarghi sempre di più anche perché abbiamo tensione non solo a Gaza ma anche nel Mar Rosso”.
“Il G7 ha dato un messaggio molto chiaro – ha aggiunto Tajani -, ne parleremo da domani a Capri tra ministri degli Esteri, stasera incontrerò il ministro canadese e domani il segretario Blinken prima della riunione di Capri. I temi sono Gaza, Iran-Israele, Mar Rosso e Ucraina. Ci sarà Kuleba ma anche la Mauritania, alla guida dell’Unione africana. Ci sarà modo di confrontarci e confermare un’azione politica positiva del G7 che deve essere portatore di pace, fermo restando il sostegno a Israele“. “Siamo impegnati alla difesa dei nostri valori, sempre, per raggiungere la pace nella giustizia: l’obiettivo pace sarà quello principale del G7. L’importante è l’unità: quando si vuole raggiungere un obiettivo tutti i Paesi devono avere una visione comune. Sono partiti già dei messaggi importanti in tal senso. Lavoreremo a Capri su questo percorso come lo farà la premier. L’Italia per la sua tradizione pur radicata nell’occidente potrà essere protagonista. Avere l’Italia alla guida del G7 è un’opportunità per tutti per avere la pace”.
“Il nostro compito è scongiurare e tranquillizzare le nostre opinioni pubbliche – ha spiegato il vicepremier e ministro degli Esteri durante il forum all’ANSA -: il governo italiano è fortemente impegnato per la pace, siamo amici di Israele ma vogliamo lavorare per la pace, compreso l’invio eventuale di truppe qualora si volesse creare uno Stato palestinese con forze di altri paesi“.
L’Italia “ha un dialogo forte con l’Anp, è il nostro interlocutore, ho sentito anche il nuovo primo ministro Mustafa, che ho invitato in Italia a dimostrazione che noi vogliamo avere un rapporto con l’unica autorità legittima palestinese, per lavorare alla soluzione dei due popoli due stati: l’unica soluzione possibile per la stabilità dell’area”
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“E’ vero che l’Iran sta procedendo senza ascoltare l’agenzia nucleare dell’Onu nel suo progetto nucleare – ha aggiunto Tajani -. L’Iran ovviamente deve fare la sua parte e mi auguro che Israele sia soddisfatta della vittoria militare, perché l’attacco iraniano è fallito. Sappiamo bene però che quando ci sono attacchi e contrattacchi, azioni e reazioni militari, si rischia sempre che la situazione possa esplodere, anche per errore”.
Al momento in Italia “non ci sono minacce” legate al terrorismo islamico, “l’unico rischio che potrebbe esserci è di qualche lupo solitario per un effetto di emulazione, ma l’attività di prevenzione ha già dato risultati positivi”. Il ministro Tajani ha ricordato il recente arresto di tre persone all’Aquila che potevano compiere un gesto terroristico e, poi, tra le altre cose che “tutte le sedi sensibili dall’8 ottobre sono protette e controllate”. “Il ministro Piantedosi sta facendo un lavoro straordinario, insieme alle forze dell’ordine e dell’intelligence”.
“Nella regione di Agades, in Niger, passa il traffico di armi e droga, dobbiamo avere un nostro presidio. Gli italiani sono ben visti: non c’è stata mai in Niger una manifestazione contro di noi. L’Italia e l’Europa devono avere una presenza nell’Africa subsahariana per stabilizzare quella regione – ha affermato il vicepremier e ministro degli Esteri -. Lasciare quello spazio significa aiutare una maggiore presenza russa, cinese e iraniana. Domani apriamo la nostra ambasciata in Mauritania. L’Africa è un continente che deve vedere l’Italia protagonista, per svolgere un ruolo non secondario per il proprio interesse e per la pace”.
In Ucraina “siamo di fronte a un’offensiva russa sul terreno e dal cielo, noi li stiamo aiutando in tutti i modi possibili a resistere, perché solo se non c’è una sconfitta ucraina si può dare vita a un tavolo della pace, perché per sedersi bisogna essere contendenti non un vincitore e un vinto, altrimenti ci sarebbe un diktat del vincitore e non un accordo”. “Credo che gli Usa – ha spiegato Tajani – aiuteranno ancora di più l’Ucraina dal punto di vista militare, anche noi continueremo la nostra parte da tutti i punti di vista, politico, finanziario, anche militare”, ha aggiunto.
Redazione Ansa