ROMA
Accorciare la fase autorizzativa è assolutamente indispensabile per realizzare almeno le opere più importanti e vitali
di Edoardo Segantini
Il termovalorizzatore di Bolzano preso a modello
È molto importante quello che dice nell’intervista di venerdì scorso al Corriere Giuseppe Gola, amministratore delegato dell’Acea. Il termovalorizzatore annunciato dal Sindaco Roberto Gualtieri può essere ultimato (o quasi) nei tempi previsti, cioè entro la fine del 2025, Anno Giubilare.
L’intervista contiene tuttavia un’affermazione che, se non fossimo abituati a dare per inevitabili i tempi assurdi della Burocrazia, farebbe rizzare i capelli in testa: per assolvere agli obblighi della fase autorizzativa, servono dodici mesi.
Avete capito bene: un anno di tempo. E non c’è da stupirsi, perché per ogni opera – grande, piccola o media – in Italia i tempi sono questi. Oggi però questi tempi non sono più accettabili. E accorciare la fase autorizzativa è assolutamente indispensabile per realizzare almeno le opere più importanti e vitali.
Tra queste ci sono i nuovi rigassificatori previsti dal piano del Ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, che possono rendere l’Italia più autonoma dal gas russo permettendoci di acquistare gas liquido da più Paesi, e il Termovalorizzatore Romano.
Di cui Roma ha urgente bisogno per dare una soluzione economica ed ecologica al problema dei rifiuti. Il Governo Draghi sta lavorando nella direzione di sveltire le pratiche autorizzative e burocratiche. C’è da augurarsi che trovi nelle istituzioni e negli uffici interessati tutta la collaborazione che il suo impegno merita.