Giuseppe Andreana, coordinatore della Sezione Salvamento del Comitato regionale Lazio della Federazione Italiana Nuoto lancia tramite Fanpage.it una provocazione agli enti territoriali che gestiscono le spiagge libere: “Sperimentare durante la prossima stagione balneare la figura di assistenti bagnanti su modello dei lifeguard americani, per maggiori tutele dei lavoratori”.
da del 16 AGOSTO 2021 ore 11:22
A cura di Alessia Rabbai
L’estate sta per volgere al termine, una stagione quest’anno caldissima, con temperature roventi nei mesi di luglio ed agosto. Tra chi torna dalle ferie e chi parte in vacanza per le ultime settimane del mese, stabilimenti e strutture ricettive hanno registrato il boom di presenze. E come ogni anno si iniziano a tirare le somme della stagione balneare, tra gli altri i temi della tutela degli assistenti bagnanti e degli episodi di annegamenti in mare. Sono infatti sei le persone morte sul litorale in sole due settimane, mentre i lavoratori lamentano stipendi bassi, carenza di personale e turni massacranti Fanpage.it ha intervistato Giuseppe Andreana coordinatore della Sezione Salvamento del Comitato regionale Lazio della Federazione Italiana Nuoto. “Per quanto riguarda la sicurezza in acqua serve ancora tanta attenzione e prudenza – ha spiegato – i vari fatti di cronaca avvenuti durante l’estate nei laghi e nei mari devono far riflettere, specialmente quelli che riguardano i bambini. I genitori a volte sono distratti mentre i figli fanno il bagno: per prevenire un avvenimento drammatico serve in primis una loro maggiore attenzione. Al di sotto dei cinque anni tra maggio e agosto non ci sono stati annegamenti, ma un numero importante di soccorsi”.
Beppe Andreana
Riguardo ai sistemi di sicurezza acquatica Andreana tramite Fanpage.it lancia una provocazione agli enti territoriali incaricati della gestione delle spiagge libere, come i Comuni, aprendo agli assistenti bagnanti concorsi pubblici con criteri stabiliti dalla Federazione Internazionale di Salvamento International Life Saving Federation.
La proposta è quella di sperimentare insieme ad Anci l’impiego di una figura che guarderebbe al lifeguard americano sull’esperienza della spiaggia di Castel Porziano di cinquant’anni fa (quando furono assunti decine di dipendenti) e provarla la prossima stagione, per vedere come va in termini di costi e benefici. I Comuni negli ultimi vent’anni anni si sono impegnati con appalti a ditte private per questo tipo di servizio nelle principali spiagge libere. Sui tratti del demanio infatti non c’è l’obbligo per le istituzioni che se ne occupano di mettere un assistente bagnante, ma è previsto un cartello con scritto ‘Spiaggia pericolosa’ in quattro lingue. “Quella dell’assistente bagnante è a volte una figura poco tutelata e rispettata soprattutto nell’azione di prevenzione degli incidenti acquatici. I Comuni dovrebbero prendere dunque direttamente in carico il servizio, perché i lavoratori stanno denunciando di non essere riconosciuti, che le persone non prendono seriamente le loro indicazioni di prevenzione degli incidenti acquatici. Inquadrarli come parte della polizia municipale, rendere accessibili i concorsi per dipendenti comunali a tempo determinato permetterebbe a chi si occupa di sicurezza in acqua di avere da una parte maggiori tutele dal punto di vista lavorativo, dall’altra di essere poi reimpiegato in altri settori al termine della stagione balneare”.