ESTERI
Le notizie sulla guerra di domenica 12 febbraio, in diretta. Tre missili hanno danneggiato un’infrastruttura. Lettera di Zelensky letta a Sanremo: «L’Ucraina vincerà grazie alla voce della cultura».
di Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro e Redazione Online
• La guerra in Ucraina è arrivata al 354esimo giorno.
• Colpito un ponte a Odessa con un barchino esplosivo: è un nuovo fronte della guerra, qui Andrea Marinelli e Guido Olimpio spiegano perché
• Il capo della Wagner ha dichiarato: «Ci vorranno due anni per conquistare l’est dell’Ucraina»
• Un anno fa Biden ordinava agli americani di lasciare l’Ucraina: cos’abbiamo imparato, da allora? L’editoriale di Federico Rampini
• La vera storia della coppia ucraina nel video di Tananai
Ore 18:34 – Kherson, esplode una mina: morti due uomini
Una mina è esplosa al passaggio di un’auto lungo una strada di campagna nei pressi del villaggio di Novoraysk, nell‘oblast di Kherson, e i due uomini a bordo del veicolo, di 45 e di 48 anni, sono rimasti uccisi. Lo riferisce Kyiv Independent, citando le amministrazioni miliari e civili locali.
Novoraysk è stata liberata dall’occupazione russa nel novembre scorso durante una massiccia controffensiva ucraina nel sud del Paese, da allora è stata avviata una operazione per sminare il territorio, mine e ordigni possono tuttavia emergere nelle campagne e nelle foreste della regione. Lo scorso gennaio il primo ministro ucraino Denys Shmyhal ha affermato che l’Ucraina è diventato «il più grande campo minato al mondo» in seguito all’invasione russa, ricorda ancora Kyiv Independent.
Ore 17:45 – La Gran Bretagna vuole produrre armamenti in Ucraina
Londra vuole ampliare il sostegno a Kiev. Come? Secondo le indiscrezioni riportate dal Sunday Telegraph, c’è l’idea di produrre armamenti su licenza in territorio ucraino. Sono piani per ora sulla carta e l’ufficio del premier non ha voluto commentare la fuga di notizie. Tutti i dettagli nel punto militare di Andrea Marinelli e Guido Olimpio
Ore 12:16 – Kiev: distrutte due barche russe sabotatrici nel delta del Dnipro
L’Ucraina ha distrutto due barche russe nel delta del fiume Dnipro. Le forze russe stavano presumibilmente preparando le barche per i gruppi di sabotaggio da manovrare nel delta del fiume Dnipro nel sud di Kherson Oblast, ha detto Humeniuk alla televisione nazionale, come citato dall’agenzia di stampa ucraina Interfax-Ucraina.
Ore 12:11 – Kiev: da febbraio, 540 ospedali bombardati
Le forze russe hanno danneggiato un totale di 1.218 strutture mediche ucraine, inclusi 540 ospedali, nel corso dell’invasione su vasta scala. Lo ha detto il Ministro della Sanità ucraino Viktor Liashko.
Ore 10:55 – Zelensky rimuove il responsabile della logistica militare
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sollevato dall’incarico il numero due della Guardia Nazionale, Ruslan Dziuba, con un ordine esecutivo in data di ieri nel quale tuttavia non vengono specificate le ragioni del provvedimento. Dziuba era responsabile della logistica militare. In quest’ottica quindi, la decisione di Zelensky sembra rientrare nei cambi ai vertici di istituzioni e agenzie governative seguiti agli scandali e alle accuse di corruzione. La Guardia Nazionale ucraina fa capo al Ministero dell’Interno e ha responsabilità di sicurezza pubblica. In questa fase è anche direttamente impegnata al fronte.
Ore 10:14 – Wagner: «Preso un villaggio vicino a Bakhmut»
Evgheny Prigozhin, il capo e fondatore de l gruppo di mercenari russi Wagner, ha annunciato la conquista de l villaggio di Krasna Hora, all’estremità settentrionale della città assediata di Bakhmut nella regione ucraina di Donetsk. In un messaggio audio pubblicato dal suo servizio stampa su Telegram, Prigozhin ha dichiarato: «Oggi l’insediamento di Krasna Hora è stato preso dalle truppe d’assalto della compagnia militare privata Wagner». Prigozhin ha anche pubblicato un breve video, apparentemente mostrando i combattenti di Wagner all’ingresso di Krasna Hora.
Ore 09:29 – I bollettini: la Russia è «impreparata» e ha più vittime che mai
Due bollettini sulle condizioni dell’Armata. La Russia «probabilmente subirà il maggior numero di vittime dalla prima settimana di guerra su vasta scala»: così l’aggiornamento regolare della Difesa britannica. Secondo il Ministero, l’aumento delle perdite russe è probabilmente dovuto a vari fattori, come la mancanza di personale addestrato, coordinamento e risorse in prima linea, anche a Vuhledar e Bakhmut nell’Oblast di Donetsk orientale.
Per l’Institute of Study of War invece «l’esercito russo sembra non essere stato in grado di preparare il personale che ha mobilitato a condurre efficaci operazioni offensive meccanizzate nel breve periodo di tempo dalla loro chiamata».
Ore 08:28 – La lettera di Zelensky, a Sanremo
(Renato Franco, inviato a Sanremo) Dopo uno scontro politico che ha tenuto banco per giorni, ieri sera (o meglio ieri notte, quando le 2 erano già passate, televisivamente una follia) si è materializzata finalmente sul palco del Festival di Sanremo la lettera di Zelensky.
Perché prima di diventare protagonista — con Amadeus che è stato incaricato di leggerla — ha dovuto aspettare l’esibizione di tutti i 28 cantanti in gara.
Le luci abbassate in sala, il conduttore si prende i 3 minuti necessari per leggere il testo, una lettera indirizzata a tutti i protagonisti del Festival: «Da più di sette decenni, il Festival di Sanremo si sente in tutto il mondo. Si sente la sua voce, la sua bellezza, la sua magia, la sua vittoria. La Musica vince! E questa è una delle migliori creazioni della civiltà umana. Sfortunatamente, per tutto il tempo della sua esistenza, l’umanità crea non solo cose belle. E purtroppo oggi nel mio Paese si sentono spari ed esplosioni. Ma l’Ucraina sicuramente vincerà questa guerra. Vincerà insieme al mondo libero. Vincerà grazie alla voce della libertà, della democrazia e, certamente, della cultura». Il leader ucraino augura «successo a tutti i finalisti» e invita «i vincitori di quest’anno a Kyiv, in Ucraina, nel Giorno della Vittoria».
Subito dopo sul palco è salito il gruppo musicale ucraino degli Antytjla (la sorpresa di giornata, si è saputo solo ieri della loro presenza). Una canzone e poi le parole del leader della band: «Vinceremo».
L’attesa è stata lunga, con tanto di giallo in corsa. Perché l’intervento di Zelensky era stato messo in scaletta prima dello spareggio per la vittoria finale tra i cinque finalisti, invece è stato collocato in un secondo momento, più avanti, prima dell’annuncio del vincitore.
A molti la scelta di relegare a notte fonda l’intervento del leader ucraino è parsa un po’ pilatesca — va bene la lettera, ma quando c’è meno gente davanti alla tv —, ma Amadeus ne ha spiegato così il senso: «Avevo detto fin dall’inizio che qualsiasi comunicazione, ben accetta, sarebbe avvenuta a fine gara. Mi è piaciuto mantenere questa scelta, che l’ambasciatore ha condiviso».
Pochi minuti ma che hanno smosso mille diplomazie. Prima della messa in onda e per evitare speculazioni (che comunque ci sono state, la polemica non è mai sopita) l’ambasciatore ucraino in Italia, Yaroslav Melnyk, e l’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, hanno voluto precisare congiuntamente che è stata una scelta condivisa. «La cultura non può stare fuori dalla politica in tempo di guerra. È una piattaforma in cui possono essere sollevati temi sociali, politici, a volte dolorosi. Ne è testimonianza anche il Festival di Sanremo, che ha sollevato diverse questioni importanti — ha sottolineato l’ambasciatore Melnyk —. Il palco dell’Ariston è l’occasione di trasmettere la verità e il messaggio di sostegno di cui abbiamo bisogno perché la pace torni sul territorio europeo».
Parole che provano a sgombrare il campo dalle illazioni secondo cui l’intervento di Zelensky a Sanremo, con polemiche annesse, sarebbe diventato un caso internazionale in grado di pesare sui rapporti tra l’Italia e gli altri principali partner europei, nei giorni del disappunto della premier Meloni esclusa dall’incontro all’Eliseo tra il presidente Macron e il cancelliere tedesco Scholz con lo stesso Zelensky.
Ore 08:23 – Il capo della brigata Wagner: «Due anni per il Donbass»
(Lorenzo Cremonesi, inviato a Mykolaiv)
Ondata dopo ondata le truppe russe stanno lasciando migliaia di morti e feriti negli attacchi alle terre contese del Donbass.
Tanto che persino gli ex carcerati senza nulla da perdere, mandati al massacro dai comandanti della milizia privata Wagner di fronte alle postazioni ucraine nel settore tra la cittadina di Bakhmut e le zone a est di Lyman e Kreminna, pare incontrino immense difficoltà ad avanzare.
I media ucraini parlano di 40.000 morti in tre mesi. La conseguenza potrebbe essere che Vladimir Putin rischi di vedere nuovamente disattesa la speranza di presentarsi vittorioso agli occhi del mondo, e questa volta in occasione del primo anniversario dall’inizio della sua «operazione speciale» il 24 febbraio 2022.
A dirlo pubblicamente non sono i responsabili di Kiev, bensì il falco di tutti fanatici sostenitori dell’attacco contro l’Ucraina: quello stesso Yevgeny Prigozhin che, in qualità di padrone della Wagner e fedelissimo di Putin, da tempo ormai si presenta come l’unico in grado di risolvere gli enormi problemi di armamenti, motivazione e catena di comando evidenziati dall’esercito regolare russo e regalare al suo presidente quei successi necessari alla sua sopravvivenza politica e al sogno della rinascita imperiale.
«Combatteremo per ogni strada e ogni casa di Bakhmut, presto sarà nostra e continueremo ad avanzare», aveva dichiarato in autunno, dopo le sconfitte subite dai russi prima a sud di Kharkiv e poi a Kherson. A sentire lui, il destino del Donbass era ormai segnato, aveva addirittura sfidato Zelensky in un duello aereo nei cieli di Kiev, quasi fossero due antichi cavalieri su destrieri alati.
Poi però a fine novembre aveva ammesso che «gli ucraini si battono bene, difendono ogni metro di terra».
E adesso arriva la doccia fredda. «Occorre avere pazienza. Potremmo avere bisogno di un anno e mezzo o due per prendere il cuore industriale del Donbass e forse tre per liberare i territori più ampi a est del fiume Dnipro», ha dichiarato Prigozhin l’altra sera, durante una rara intervista sui social di Mosca.
Ma se così fosse, s’affievolirebbe la speranza russa di vincere prima dell’arrivo dei tank e delle nuove armi occidentali, che potrebbero davvero garantire la superiorità ucraina.
E ciò avviene mentre gli stessi ufficiali ucraini ammettono che Bakhmut potrebbe cadere nei prossimi 15 giorni. Anche se, ribadisce il portavoce dell’intelligence militare Andriy Chernyak, non sembra che Mosca abbia le risorse per continuare l’avanzata.
Intanto, il Paese torna a fare i conti con i bombardamenti sulle infrastrutture elettriche. Da giovedì i russi avrebbero lanciato 110 missili e una quarantina di droni. È il quattordicesimo attacco su larga scala dai primi di ottobre. Kharkiv, Odessa, Dnipro e ampie aree del Donbass hanno l’elettricità a singhiozzo.
Ore 08:18 – Jens Stoltenberg «lascerà la guida della Nato, in autunno»
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, non sta cercando un’ulteriore estensione del mandato e lascerà il suo incarico come previsto nell’autunno di quest’anno.
«Il mandato del segretario generale Jens Stoltenberg è stato prorogato tre volte e ha prestato servizio per un totale di quasi nove anni», ha detto ieri sera il portavoce della Nato Oana Lungescu su richiesta della Dpa.
«Il mandato del Segretario Generale scade nell’ottobre di quest’anno e non ha intenzione di chiedere un’altra proroga del suo mandato».
Il mandato di Stoltenberg è stato prorogato fino al 30 settembre 2023 nel marzo dello scorso anno, poco dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Di recente, si è ipotizzato che il mandato del 63enne potesse essere nuovamente esteso durante il conflitto in Ucraina.
Ore 05:45 – Tre missili russi su infrastruttura a Kharkiv
Nuovi attacchi da parte dei russi. «I primi rapporti indicano che sabato notte tre missili S-300 russi hanno colpito la città ucraina orientale di Kharkiv», lo ha scritto il governatore regionale Oleh Sinehubov su Telegram. «Un’infrastruttura è stata danneggiata. Le informazioni sulle vittime e l’entità della distruzione sono in fase di chiarimento», ha affermato. L’allerta aerea è scattata poco prima della mezzanotte.
Ore 05:22 – La lettera di Zelensky a Sanremo: «L’Ucraina sicuramente vincerà»
Dopo giorni di polemiche durante la finale di Sanremo 2023 Amadeus ha letto (molto tardi, intorno alle 2.15) un messaggio inviato da Volodymyr Zelensky, il presidente dell’Ucraina . Una lettera indirizzata a tutti i protagonisti del Festival: «Cari partecipanti, organizzatori e ospiti del Festival. Da più di sette decenni il Festival di Sanremo si sente in tutto il mondo…».
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Olga e Maxim
Ore 05:11 – Usa, Pentagono a Ucraina: «Aiuti arriveranno velocemente»
Il Pentagono ha ribadito a Kiev l’impegno a consegnare il pacchetto di aiuti «il più velocemente possibile». È quanto ha comunicato il dipartimento della Difesa Usa, che ha dato notizia di una telefonata avvenuta tra il capo del Pentagono Lloyd Austin e il ministro della Difesa ucraina Oleksii Reznikov. La prossima settimana, a Bruxelles, è in programma l’incontro dell’Udcg, Ukraine Defense Contact Group, l’alleanza di oltre cinquanta Paesi che sostengono il diritto dell’Ucraina a difendersi dall’invasione russa. Tra i temi che verranno affrontati, la difesa aerea e l’impiego dell’artiglieria.
Ore 05:00 – Con gli ucraini che sognano di liberare Melitopol: «I russi sono nel mirino, ma sarà dura sorprenderli»
(Andrea Nicastro) ZAPORIZHZHIA — Venerdì sono piovuti su Zaporizhzhia 20 ordigni russi. Alcuni erano missili S300, altri droni iraniani shahid. Nello stesso giorno, 120 chilometri a sud, a Melitopol, nel territorio occupato dalle forze di Mosca sin dai primi giorni dell’invasione, ci sono state 9 esplosioni. L’Ucraina non ha rivendicato, ma pare il lavoro di suoi infiltrati con droni o forse anche mortai.
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Ore 04:51 – Ucraina, il fronte marittimo: i russi colpiscono un ponte nella regione di Odessa con un barchino esplosivo
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Nuovi lampi sul fronte marittimo e questa volta sono i russi ad accenderli con la probabile incursione di un barchino esplosivo radiocomandato o un drone navale. L’obiettivo un ponte che collega la regione di Odessa a Zatoka, località poco più a sud. Un target già preso di mira con i missili.
Sono stati i «canali» degli invasori a diffondere una brevissima clip che mostra un «oggetto» avanzare nell’oscurità e detonare sotto un’arcata. Non sono visibili le caratteristiche del mezzo e neppure gli eventuali danni con conseguente impatto sulle comunicazioni, specie ferroviarie. Uno sviluppo bellico comunque interessante.
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Ore 04:41 – Il comandante della Wagner: «Ci vorranno due anni per conquistare l’est dell’Ucraina»
In un video pubblicato dal blogger militare russo Semyon Pegov, ripreso da Reuters, il comandante della brigata Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha affermato che per conquistare le regioni orientali dell’Ucraina ci vorranno due anni, «tre se dobbiamo raggiungere il Dnipro». Il Cremlino ha preferito non fare previsioni sulla possibile durata del conflitto, sostenendo che l’invasione dell’Ucraina, denominata «operazione militare speciale», andrà avanti fino a quando non saranno raggiunti gli obiettivi.
Ore 04:35 – Un anno fa Biden ordinava agli americani di lasciare l’Ucraina: cos’abbiamo imparato, da allora?
(Federico Rampini) La data è 10 febbraio 2022. Esattamente un anno fa. Joe Biden quel giorno viene intervistato da Lester Holtper la televisione Nbc News. Parla della possibile invasione russa in Ucraina. Il suo messaggio più forte è questo: «Gli americani rimasti in quel paese devono lasciarlo subito». L’intervistatore lo incalza: esiste uno scenario in cui Biden si vedrebbe costretto a mandare dei soldati, per garantire l’evacuazione dei suoi concittadini? Biden è categorico: «No. Dall’altra parte del confine c’è uno dei più grandi eserciti del mondo. Se americani e russi cominciano a spararsi, è una guerra mondiale».
Leggi qui l’editoriale integrale.
Ore 04:28 – Olga e Maxim: la storia (vera) della coppia ucraina nel video di Tananai
(Irene Soave) Insieme su un battello, su una pista da sci, avvolti nel fumo di uno shisha bar; poi separati dalla guerra, lui al fronte, lei sfollata a Milano. Olga Rastieriaiev, 35 anni, e il marito Maxim, coetaneo, sono i protagonisti di «Tango» , il brano con cui Tananai è in gara alla 73esima edizione del Festival di Sanremo: esistono davvero. Un milione di visualizzazioni in poche ore.