Una Commissione di studio, cioè, composta dagli esperti del settore, e finalizzata a offrire agli iscritti tutti gli strumenti più adeguati per muoversi nel recinto di uno dei provvedimenti più importanti (e più complessi) adottati dal governo per aiutare la ripresa economica
da del 25/09/2020
Un network di periti industriali per il superbonus. Una commissione di studio, cioè, composta dagli esperti del settore, e finalizzata a offrire agli iscritti tutti gli strumenti più adeguati per muoversi nel recinto di uno dei provvedimenti più importanti (e più complessi) adottati dal Governo per aiutare la ripresa economica.
Se da un lato, infatti, l’applicazione del bonus 110%, ecologici o antisismici per l’edilizia previsti dal Decreto Rilancio, rappresenta una grande opportunità per i professionisti chiamati a documentare i requisiti richiesti per usufruire della detrazione fiscale o per trasformarla, eventualmente, in credito d’imposta, dall’altro il provvedimento in cui è contenuto l’incentivo sconta diverse criticità. Basti solo pensare che si contano 42 step dall’inizio della pratica all’attivazione del credito d’imposta. Per questo il Consiglio nazionale ha ritenuto opportuno creare una task force operativa che possa mettere i periti industriali in condizioni di intercettare al meglio le opportunità di mercato fornite dalla recente normativa sulla materia.
Del resto i periti industriali proprio per le competenze che il legislatore gli ha attribuito saranno determinanti per valutare l’entità del miglioramento della classe energetica, per decidere come comportarsi nel caso in cui gli interventi trainanti non possano essere effettuati per l’esistenza di vincoli o di norme urbanistiche o anche per attestare la congruità dei prezzi e l’effettiva portata dei lavori eseguiti. Una mole di documenti e adempimenti indispensabili per attivare i crediti d’imposta con le banche o gli istituti di credito e che si trasformano in non poche responsabilità per i professionisti chiamati secondo la legge a rispondere anche penalmente dell’errore.
Ecco perché rispetto a questo panorama i nodi da sciogliere sono molteplici. Uno dei primi aspetti da chiarire è quello di rendere obbligatorio che sia il committente e non l’impresa di costruzioni o l’istituto bancario finanziatore a scegliere il professionista che proprio per la sua funzione di terzietà potrà certificare la validità dell’intervento realizzato.
C’è poi il tema della polizza assicurativa visto che il provvedimento stabilisce sanzioni amministrative pecuniarie a carico dei professionisti che commettano errori o negligenze nel rilascio delle attestazioni, imponendo a questi ultimi di munirsi di polizze assicurative adeguate al numero e al valore delle attestazioni rilasciate. Ma – ed è uno dei temi oggetto di lavoro – senza parametri per definire l’entità dei danni per i quali il professionista deve assicurarsi, il premio annuale da corrispondere potrebbe risultare insostenibile.
C’è poi da chiarire la questione relativa al credito d’imposta e alle attività dei soggetti bancari e finanziari che stanno predisponendo le loro proposte per beneficiare al massimo dei margini consentiti, lasciando i rischi in capo ai committenti e ai professionisti. In questo senso secondo i periti industriali sarebbe fondamentale che venga definito un protocollo con i principali enti erogatori del credito relativamente alla necessità di non superare il 10% eccedente il 100%, quale corrispettivo massimo per le loro prestazioni.
Proprio per semplificare il processo operativo e favorire la comunicazione tra i professionisti, il cliente, le banche e le imprese, il Consiglio nazionale sta valutando di attivare uno «sportello» ad hoc per la gestione dell’iter, dall’istruttoria fino al completamento della pratica attraverso uno specifico accordo con un organismo di gestione.
«Con il decreto Rilancio», ha commentato Giovanni Esposito, presidente del Cnpi, «siamo di fronte a una nuova 46/90 che nello stabilire l’obbligatorietà del progetto per gli impianti elettrici da parte di un professionista abilitato e iscritto a un albo rese la nostra categoria protagonista di rivoluzione».
«Così avviene ora con questo provvedimento che attribuisce grande importanza all’operato dei tecnici, ma anche molti oneri dai quali i professionisti come sempre non si sottrarranno. Affinché il meccanismo funzioni e sia realmente virtuoso è indispensabile assicurare non solo una copertura capillare del 100%, ma soprattutto scongiurare il Far west degli attestati di prestazione energetica evitando cioè che, come è accaduto finora, vengano redatti a prezzi stracciati da soggetti non abilitati ad eseguire le diagnosi e a rilasciarli».