Settecentomila posti di lavoro in meno negli Usa in marzo prima ancora che il Coronavirus picchiasse duro – Wall Street imbocca subito la via del ribasso e contamina le Borse europee: Piazza Affari la peggiore, anche se Leonardo e Atlantia volano.
da FIRST ONLINE del 3 Aprile 2020, 18:02 |
di Maria Teresa Scorzoni
Cala il lavoro negli Usa, segno che la recessione è più vicina e i mercati reagiscono negativamente. I listini europei, già deboli in mattinata a seguito dei dati macro scoraggianti, accelerano al ribasso con Wall Street e chiudono con perdite notevoli. Piazza Affari è la peggiore, -2,67%, travolta dalle vendite su Banca Intesa -7,55% e Ferrari -6,61%.
Nel finale: Francoforte -0,46%; Parigi -1,57%; Londra -1,21%. Fa eccezione Madrid +0,4%, benché la Spagna superi l’Italia per numero di casi di Covid-19. Nel mondo intanto i contagi accertati sono più di un milione. New York ha aperto in ribasso e al momento si sta muovendo in rosso. Vola però Tesla, dopo aver archiviato un primo trimestre eccezionale.
Le perdite sono relativamente contenute dal rialzo del petrolio e dei titoli oil. Dopo la fiammata di ieri e i ribassi nella notte sui mercati asiatici, l’oro nero ha ripreso a correre a seguito della conferma di un incontro, lunedì, in videoconferenza, fra i grandi paesi esportatori, nel tentativo di trovare un accordo per ridurre la produzione e sostenere i prezzi. Il Brent guadagna l‘8,7% e scambia a 32,55 dollari al barile, il greggio americano sale del 4,88% a 26,54 dollari al barile.
La pandemia che sta tenendo a casa mezzo mondo e ingessando l’economia globale presenta però ogni giorno un nuovo conto in rosso. Gli Usa registrano la prima perdita di posti di lavoro (-710mila a marzo) dal 2010, mentre la disoccupazione sale al 4,4% (era il 3,5%). Si è interrotta così una crescita che durava da 113 mesi consecutivi, segno che la recessione è più vicina.
D’altra parte i segnali di crisi non fanno che susseguirsi in queste settimane di chiusura di molte imprese e di blocco di tanti lavori. L’indice composito che monitora l’andamento dell’attività manifatturiera e dei servizi in Italia piomba al minimo storico, 20,2 punti in marzo da 50,7 di febbraio. Nella zona euro lo stesso indice scivola a 29,7 punti dai 51,6 di febbraio.
Nell’incertezza si continua a puntare sui dollari. Il biglietto verde ha guadagnato in settimana circa il 2% contro un panel di valute e anche oggi prevale sull’euro, con il cambio a 1,0785. La moneta unica recupera invece posizioni contro la sterlina (0,8834), mentre Boris Johnson allunga la quarantena perché ha ancora la febbre da coronavirus e la Regina annuncia un discorso alla nazione, domenica.
L’oro resta ben intonato e tratta a 1639,80 dollari l’oncia. Fra i titoli di Stato crescono i prezzi dei Treasury e calano i rendimenti che, per il decennale, scendono a sotto lo 0,6%. Sul secondario italiano sale lo spread fra Btp 10 anni e Bund di pari durata, portandosi a 195 punti base (+2,48%), con il rendimento del titolo tricolore a +1,51%.
Ne fanno le spese le banche: Unicredit -3,53%. Per quanto riguarda Intesa, titolo peggiore del giorno, gli aggiornamenti Consob rivelano che Abu Dhabi Investment Authority, fondo sovrano dell’emirato di Abu Dhabi, il 25 marzo aveva lo 0,675% della banca, mentre il 24 marzo deteneva l’1,31%. Nel resto del listino male Ferrari, che ha sospeso il piano di acquisto di azioni proprie.
Le prese di profitto affossano Eni, -5,21%, ben comprata nelle ultime sedute. In calo Snam -4,61%; Azimut -4,32%; Prysmian -4,19%. Gli assicurativi sono in rosso a livello europeo dopo le raccomandazioni degli organismi del settore di congelare le remunerazioni agli azionisti. Si adegua Unipol, -3,14%, mentre conferma la cedola la controllata Unipolsai, +0,27%, (che distribuirà 0,16 euro per azione), in ragione “dell’elevata solidità patrimoniale della compagnia”.
Il titolo più compatto fra i big è Finecobank +4,68%. Bene Atlantia +3,86%; Leonardo +3,85%; Italgas +0,87%.