Nel Decreto contro il caro energia è prevista una tassa del 10% sugli extraprofitti delle imprese energetiche realizzati negli ultimi sei mesi. La Sim ha stimato una base imponibile di 70-75 mln per A2A e di 30 mln per Acea, con impatti inferiori a 10 mln. Anche per Enel, Iren ed Hera impatti limitati. Per Eni, nel caso più negativo, la tassa sarebbe di qualche centinaio di milioni di euro.
da del 21/03/2022 13:45
di Francesca Gerosa
Osservate speciali le utilities quotate a Piazza Affari dopo che nel Decreto contro il caro energia approvato venerdì scorso dal Governo italiano è prevista una tassa del 10% sugli extraprofitti delle imprese energetiche. realizzati negli ultimi sei mesi.
Il Governo punta a raccogliere circa 4 miliardi di euro.
Nel dettaglio si tratta di un contributo a titolo di prelievo straordinario a carico dei soggetti che esercitano nel territorio dello Stato l’attività di produzione di energia elettrica; produzione di gas metano o di estrazione di gas naturale; rivendita di energia elettrica, di gas metano e di gas naturale; importazione di energia elettrica, gas naturale o gas metano; produzione e importazione distribuzione e commercio di prodotti petroliferi.
La base imponibile del contributo straordinario è costituita dall‘incremento del saldo tra le operazioni attive e le operazioni passive, al netto dell’Iva, riferito al periodo dal 1° ottobre 2021 al 31 marzo 2022, rispetto al saldo del periodo dal 1° ottobre 2020 al 31 marzo 2021.
Il contributo si applica nella misura del 10% nei casi in cui il suddetto incremento sia superiore a 5 milioni. Il contributo non è dovuto se l’incremento è inferiore al 10%. La base imponibile è una sorta di margine di contribuzione. Il calcolo degli extra profitti è in parte retroattivo, in quanto viene preso in considerazione il periodo dal quarto trimestre 2021 al primo trimestre 2022, rispetto allo stesso semestre di un anno prima.
Dunque, si allarga lo spettro delle Società coinvolte, che include tutti i produttori, rivenditori e importatori di energia elettrica, gas e prodotti petroliferi.
Il precedente intervento del Governo sulla tassazione degli extra profitti, contenuto nel Decreto Sostegni Ter e aggiornato nel Decreto Antifrodi riguardava, invece, solo parte della produzione rinnovabile, dal 31 gennaio 2022 a fine 2022. Il Decreto dovrebbe diventare operativo entra la metà di questa settimana, anche se non si escludono potenziali ritocchi.
Da valutare il tema della retroattività e della parziale sovrapposizione con la misura già introdotta su parte delle rinnovabili (price-cap), oltre che il rischio di impugnative costituzionali.
Tra le società quotate, impatto negativo nel settore Energy per Eni (+2,55% al momento in borsa), Gas Plus (+2,37%) e Saras (+2,55%), nel settore delle utilities per le società esposte alla generazione, trading e vendita di elettricità (principalmente i produttori di rinnovabili: Enel (+1,75%), Edison rnc(-0,29%), A2A (+2,31%), Iren (+0,96%), Erg (-2,19%),
Falck Renewables (+0,06%), in parte marginale le altre utilities locali come Hera (+0,80%) e Acea (sulla parità a 16,08 euro) mentre sono escluse le Società regolate come Snam (+0,51%), Terna (+0,40%) e Italgas (+1,23%).
“Per le utilities la base imponibile è, quindi il maggior utile lordo nelle attività di produzione, import e vendita di energia elettrica e gas. Il contributo è pari al 10% del maggior profitto e dalle nostre prime stime, con ancora molti elementi da approfondire e non confermate dalle Società, gli impatti sulle Società quotate del settore sembrano non particolarmente rilevanti”, ha affermato Equita Sim per la quale nel settore delle utilities il maggior impatto dovrebbe sempre riguardare la generazione da fonti rinnovabili, idroelettrico e Wte, dove gran parte della generazione è stata venduta forward a prezzi inferiori a quelli di mercato e la produzione idroelettrica è in calo nel quarto trimestre 2021 e nel primo trimestre 2022.
Equita ha quindi stimiamo una base imponibile di circa 70-75 milioni per A2A e di circa 30 milioni per Acea, con impatti inferiori ai 10 milioni. Anche per Enel, Iren ed Hera gli impatti sarebbero limitati. Erg potrebbe avere impatti per le produzioni solar in Italia e la parte di incentivi expired, tuttavia anche Erg ha politiche di vendita forward a 1-2 anni a prezzi significativamente più bassi rispetto ai prezzi di borsa (potenziali 4-5 milioni di impatto considerando la produzione solar e un eventuale delta pricing di 50 euro a MWh).
Per Eni, nel caso più negativo, la tassa sarebbe di qualche centinaio di milioni di euro, anche se una serie di elementi restano ancora da approfondire. In fine dei conti “gli impatti nel complesso ci sembrano limitati e quindi non è chiaro come il governo possa recuperare 4 miliardi da questo contributo“, ha concluso Equita.