Verso la proroga dei termini ordinari per versamenti Iva e ritenute per le zone rosse. Il Decreto Legge 137/20 (decreto Ristori 1) sarà il ramo su cui innestare come emendamento il nuovo decreto Ristori 2 in arrivo tra oggi e domani all’esame del Consiglio dei Ministri.
da del 05/11/2020
di Cristina Bartelli
Verso la proroga dei termini ordinari per versamenti Iva e ritenute per le zone rosse. Mentre si va a un gioco di incastri nel decreto Ristori 1. Il decreto legge 137/20 (decreto Ristori 1) all’esame da ieri della Commissione Finanze del Senato, relatore Mauro Maria Marino (IV), sarà il ramo su cui innestare come emendamento il nuovo decreto Ristori 2 in arrivo tra oggi e domani all’esame del Consiglio dei Ministri.
L’emanazione del provvedimento è a stretto giro con la pubblicazione ieri in Gazzetta Ufficiale del nuovo Decreto della Presidenza del Consiglio sulle misure di contenimento e l’individuazione tramite ordinanza del ministero della salute delle regioni da considerare zone rosse. Ed è proprio l’individuazione di queste ultime a essere l’eventuale elemento di novità nel decreto ristori 2.
Il Movimento Cinque Stelle, infatti, è compatto nel chiedere che con la creazione delle zone rosse si preveda anche un alleggerimento degli adempimenti e versamenti fiscali per quelle aree geografiche sulla scia di quanto avvenne con il Decreto Cura Italia a marzo.
Allo studio dei tecnici del Ministero dell’Economia al momento ci sono la proroga dei termini ordinari dei versamenti Iva e le ritenute, si ragiona sulla proroga delle rate della rottamazione.
Intanto ieri i tecnici del Senato hanno offerto una loro valutazione sulle stime degli importi inseriti nel Decreto Ristori 1. Per questi ultimi i soldi sul piatto (2,5 mld di euro) sono insufficienti a soddisfare tutte le richieste.
Il ragionamento che si compie è sulla base della prima edizione del contributo a fondo perduto. Lo stanziamento, in quell’occasione, è stato di 6,1 mld di euro, ma a conclusione le richieste hanno superato le disponibilità, tanto che proprio in questi giorni si sta discutendo al Senato sul decreto ministeriale che prevede ulteriori stanziamenti di 500 mln (si veda ItaliaOggi del 22/10/20).
Ebbene la nota dell’ufficio studi fa osservare che: «La necessità di maggiori informazioni appare ancora più rilevante alla luce del fatto che, sebbene sia previsto, tramite il rinvio alle disposizioni dell’articolo 25 del decreto-legge n. 34, il monitoraggio degli oneri della presente misura, esso non è integrato dal consueto meccanismo di rigetto di ulteriori domande nel caso di raggiungimento dello stanziamento previsto.
D’altronde, la stessa clausola di copertura di cui al comma 14 fa espresso riferimento agli oneri di cui al comma 1 come valutati e non li configura come limite di spesa, per cui, qualora la quantificazione sia sottostimata, il contributo andrebbe comunque riconosciuto, con il conseguente aumento degli oneri, come peraltro sta avvenendo in relazione all’articolo 25 del dl 34/2020 attraverso uno schema ministeriale di rimodulazione fondi». I tecnici poi osservano che sarebbe preferibile avere maggiori informazioni sul chi ha il fatturato oltre i 5 mln di euro.