Dal Clusit le tre regole per mettere al sicuro le informazioni
Redazione MILANO 30 marzo 2022 12:48 NEWS
Il 27% delle pmi italiane non possiede una soluzione di backup, per salvare in maniera sicura i propri dati.
Una percentuale che sale al 43% se si guarda solo alle imprese più piccole.
È quanto emerge da una recente indagine condotta da Bva Doxa e commissionata da Aruba, fornitore di servizi di data center, email e pec, in occasione del World Backup Day di domani, 31 marzo. La giornata, istituita 11 anni fa, ricorda la necessità di disporre di un piano di ripristino dei dati nel caso in cui diventino inaccessibili, sia per attacchi da parte di terzi che per incidenti informatici causati da operazioni dei dipendenti o eventi naturali.
A tal proposito, Clusit, Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, ha rilasciato le regole per mettere al sicuro le informazioni più importanti, per recuperarle dopo perdite ed errori.
Secondo il sondaggio Bva Doxa-Aruba, solo il 73% delle aziende italiane intervistate ha dichiarato di disporre di una soluzione di backup, dato che scende al 57% quando si parla di piccole imprese e che sale ad un più incoraggiante 87% quando ci si interfaccia con le medie imprese.
Tra quanti integrano uno strumento di salvataggio sicuro dei dati, il 62% dei rispondenti ne dispone da oltre un quinquennio, mentre il 3% se ne è dotato nel corso del 2021.
In occasione del Backup Day, gli esperti del Clusit hanno condiviso le tre regole d’oro per mettere al sicuro i dati. La prima è dotarsi di un antivirus e tenerlo costantemente aggiornato.
La seconda è effettuare il backup quotidiano o settimanale dei propri dati, in cloud e su un hard disk.
La terza, adottare l‘autenticazione a più fattori ogni volta che è possibile. “I backup sono una misura di sicurezza imprescindibile. Proteggerli è una condizione per assicurarne l’efficacia sia per le aziende che le singole persone” ha detto Claudio Telmon, membro del Comitato Direttivo del Clusit.