lunedì, Maggio 18, 2020

Xi: ‘Dalla Cina trasparenza, no ad un’indagine subito’

Il presidente Jinping ha chiarito all’Oms che ci sarà solo quando l’emergenza coronavirus sarà sotto controllo.

Redazione ANSA PECHINO 18 maggio 2020 17:22 NEWS

Il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus ©

“La Cina ha agito con trasparenza e rapidità, fornendo tutte le informazioni in tempo utile e aiutando con tutti i mezzi i Paesi che ne avevano bisogno” nell’emergenza coronavirus. Lo ha detto il presidente cinese Xi Jinping alla 73esima assemblea dell’Oms, la prima virtuale. “Ci vorrà un’indagine esaustiva sul Covid-19 basata su scienza e eseguita con professionalità ha sottolineato il presidente ma solo quando l’emergenza sarà sotto controllo”. Xi ha anche annunciato che la Cina donerà “2 miliardi di dollari” all’Organizzazione per combattere il coronavirus e che, se Pechino dovesse trovare un vaccino contro il Covid-19, ne farebbe “un bene pubblico mondiale”.

“Abbiamo il dovere collettivo di essere efficaci. E solo se uniamo le forze potremo sconfiggere questa pandemia. Abbiamo bisogno di un Oms forte e l’Oms siamo noi, gli Stati membri”, ha detto invece il presidente francese Emmanuel Macron. “Finché il virus sarà una minaccia per qualcuno, resterà una minaccia per tutti”, ha aggiunto Macron, ricordando lo sforzo dell’Unione europea per dare “una risposta forte” all’emergenza.

“I Paesi che si muovono troppo veloci, corrono un rischio vero di ostacolare la loro ripresa”, ha quindi affermato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, riferendosi alle aperture messe in atto dopo i lockdown per la pandemia di coronavirus. “La maggior parte della popolazione mondiale è ancora in pericolo, il rischio è alto e la strada è ancora lunga”, ha sottolineato. “I Paesi che stanno meglio sono quelli che hanno applicato tutte le misure, non esiste la bacchetta magica, non esiste una panacea”, ha detto aggiungendo che “il virus è veloce e fatale. Si muove come un incendio. Dobbiamo trattarlo con attenzione e rispetto”.

Alcuni Paesi nel mondo “hanno ignorato le indicazioni dell’Oms” sulla pandemia, ha notato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres.

Oltre 100 Paesi appoggiano una bozza di risoluzione proposta dalla Ue per un’inchiesta indipendente sulle origini del coronavirus. Tra gli Stati richiedenti vi sono anche Russia, India, Giappone, Regno Unito, Canada e Indonesia.

La Cina ritiene “prematuro”, allo stato, l’avvio di un’indagine su origini e diffusione della pandemia del Covid-19 che finora ha colpito più di 4,7 milioni di persone nel mondo, uccidendone oltre 315.000. Il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian ha notato che “la stragrande maggioranza dei Paesi su scala globale crede che la pandemia non sia ancora finita”.

Il nodo Taiwan

Taiwan ha deciso di non premere almeno per ora sulla partecipazione all’assemblea dell’Oms che si apre oggi: nonostante gli sforzi, l’isola non ha ricevuto un invito formale da osservatore, come in passato, a causa delle pressioni della Cina. “Nonostante i nostri sforzi e un livello senza precedenti di supporto internazionale, Taiwan non ha avuto un invito a partecipare”, ha detto il ministro degli Esteri Joseph Wu, secondo i media locali, aggiungendo di aver accettato di rimandare l’esame della questione alla fine dell’anno.

Taiwan aveva fatto pressioni per prendere parte all’organo decisionale dell’Oms, l’Assemblea mondiale della sanità (Wha), volendo condividere l’esperienza di successo nella lotta al coronavirus, avendo riportato solo 440 casi e 7 decessi grazie al lavoro di diagnosi e prevenzione. “Il ministero degli Esteri esprime profondo rammarico e forte insoddisfazione per il fatto che l’Organizzazione mondiale della sanità abbia ceduto alle pressioni del governo cinese e continui a ignorare il diritto alla salute dei 23 milioni di persone di Taiwan”, ha aggiunto Wu.

Sia l’Oms, sia la Cina hanno ribadito che l’isola ha ricevuto aiuti e informazioni durante la pandemia: fatti che Taipei ha fortemente contestato. Gli Usa, che hanno congelato i pagamenti all’organizzazione di Ginevra definita fra l’altro da Donald Trump troppo filo-cinese, si sono scontrati con la Cina sul rifiuto opposto alla presenza di Taiwan all’assemblea, possibile secondo Pechino solo con il previo riconoscimento del principio della “Unica Cina”, ritenendo l’isola parte del suo territorio destinato alla riunificazione anche con l’uso della forza. Taiwan ha avuto lo status di osservatore alle assemblea dal 2009 al 2016, ma è stata poi bloccata dal veto cinese dopo l’elezione alla presidenza dell’isola di Tsai Ing-wen, ritenuta una promotrice di politiche separatiste.

Wu, in conferenza stampa, ha riferito che Taiwan aveva anche concordato che la questione della partecipazione sarebbe stata rimandata a fine anno in modo che i lavori della sessione attuale potessero concentrarsi sul coronavirus. “Comprensibilmente ha osservato il ministroi Paesi vogliono usare il tempo limitato a disposizione per concentrarsi sui modi di contenere la pandemia. Per questo motivo, nazioni e alleati diplomatici che la pensano allo stesso modo hanno suggerito che la proposta sia trattata entro la fine dell’anno, quando le riunioni saranno condotte normalmente, per assicurarsi che ci possa essere una discussione piena e aperta”.

 

Condividi su: